Li vogliamo vedere tutti in piazza con la bandiera ucraina, il 25 aprile. Un’invasione, pacifica, di vessilli gialloblu, non arcobaleno o con la falce e il martello. Perché se veramente l’Associazione nazionale partigiani d’Italia vuole stare dalla parte delle vittime innocenti, dalla parte di un paese con un governo democraticamente eletto invaso dai carri armati e dai soldati del macellaio Putin, dalla parte giusta della storia, insomma, allora deve prendere nettamente posizione. Perché fino ad ora l’equidistante, e strabico, pacifismo dell’Anpi non ha prodotto alcuna ferma condanna al macellaio del Cremlino Vladimir Putin.
“L’Anpi condanna fermamente il massacro di Bucha, in attesa di una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili. Questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più” recita una nota diffusa ieri dai partigiani. La condanna di Bucha è un primo passo, ma si tratta comunque di una presa di posizione blanda, ondivaga, dove non si fa riferimento al genocidio perpetrato dai russi.
La Buona Destra il 25 aprile, data in cui si celebra la liberazione dal nazifascismo, in piazza con le bandiere dell’Ucraina ci sarà. Per dare un senso a questo giorno. L’Anpi pure scenda in piazza con le bandiere dell’Ucraina e con una chiara e netta, inequivocabile, condanna alla Russia e a Vladimir Putin. Altrimenti meglio che stia a casa.