Le due piazze opposte del pacifismo: domani, sabato 5 novembre 2022, a Roma, sfileranno quelli che vogliono la pace a tutti i costi, senza curarsi del dolore degli ucraini, che da quel lontano 24 febbraio si battono strenuamente contro la follia dell’invasore; a Milano, invece, scenderà in strada chi segue tutt’altra via, quella della dignità umana e del coraggio. L’evento a favore dell’Ucraina, organizzato dal Terzo Polo (Azione e Italia Viva), che partirà dalle ore 16 all’Arco della Pace, è stato voluto per esprimere con convinzione il proprio sostegno ad un Paese democratico che da mesi continua ad essere attaccato da uno Stato autoritario.
A differenza dei pacifisti che sfileranno a Roma, i manifestanti a Milano hanno bene in mente che c’è una vittima e un aguzzino: non cercano la bella morte del diritto internazionale, dell’eguaglianza e della sovranità dei popoli, ma pretendono una pace giusta per l’Ucraina. “Noi facciamo una marcia per la pace il 5 novembre a Milano aperta a tutti, senza bandiere di partito, che parte però da un presupposto: la pace non è la resa dell’Ucraina, quella non è pace”, ha detto il leader di Azione Carlo Calenda, che ha organizzato la manifestazione in risposta all’evento romano voluto da Giuseppe Conte. Secondo l’ex ministro “le persone che fanno la marcia a Roma lo stesso giorno dicono ‘siamo per la pace’ ma non vogliono dare armi all’Ucraina. Lo capisco, però esiste un prezzo per la libertà”. Nel promuovere l’evento a Milano Calenda ha ricordato le parole di Winston Churchill dopo la conferenza di Monaco del 1938: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”.
Aderisce anche la ex vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti, alla manifestazione a sostegno del popolo ucraino e della pace, convocata dal leader del Terzo Polo. Parteciperanno anche parlamentari ed esponenti di Azione e Italia Viva, tra cui il suo leader, Matteo Renzi; l’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini; Marco Cappato, esponenti dei Radicali; ma anche del Pd, come il senatore Carlo Cottarelli e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
Non mancherà la Buona Destra, come annunciato da Filippo Rossi: “Abbiamo sostenuto le scelte del governo Draghi e siamo convinti che sia stato giusto fornire all’Ucraina armi per difendersi e riconquistare il territorio invaso dal 24 febbraio. Siamo consapevoli dei rischi di un’escalation anche nucleare e auspichiamo il cessate il fuoco e la ripresa al più presto delle negoziazioni che tuttavia dovranno consentire all’Ucraina di recuperare il territorio che la Russia ha conquistato e ristabilire la sua sovranità su tutti i territori, così come era prima dell’invasione. Ha ragione Carlo Calenda quando spiega che non aiutare l’Ucraina significa condannarla alla resa”, ha detto il giornalista. All’Arco della Pace di Milano si ritroveranno in sostanza “le forze democratiche” con la comunità ucraina, il terzo settore e il mondo della cultura, “senza bandiere di partito”, come ha precisato Calenda sui social. La pace sì, resa incondizionata a Putin no.