“Il prossimo governo avrà la possibilità di investire ingenti risorse con i soldi che io ho ottenuto in Europa per il nostro Piano di ripresa e resilienza”. È questo un passaggio del video che Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ha pubblicato sui suoi profili social in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Sembra sul serio Dory, la pesciolina dalla memoria corta del film «Alla ricerca di Nemo». E qualcuno in basso ai commenti ha richiamato l’evidente paragone.
Eh sì, perché accanto ai complimenti dei fedelissimi di Forza Italia, ci sono tantissime battute e diversi meme. Frecciatine più che giustificate, tenendo conto che quando il PNRR è stato ottenuto Berlusconi non era neanche in Parlamento. Lo stesso Giuseppe Conte, che da presidente del consiglio aveva ottenuto il Pnrr, amministrato poi con saggezza da Mario Draghi, ha twittato: “Forse la memoria mi inganna, ma non ricordo Berlusconi con me a Bruxelles a trattare fino all’alba per ottenere i 209 miliardi che ho portato dall’Europa in Italia nel 2020”. Mordace anche il commento del leader di Azione Carlo Calenda: “Berlusconi mi fa impressione, dice cose lunari”. “Siamo alla metafisica”, il tweet del ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli del M5s.
Non è che Berlusconi ha esagerato nel suo eloquio. Di più. Il Cavaliere c’entra poco e niente con la stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il 5 maggio 2021, sotto il governo Draghi, è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio il testo del Pnrr trasmesso dal governo italiano alla Commissione europea. Si intitolava “Italia domani” ed era un progetto del valore complessivo di 235 miliardi di euro, tra risorse europee e nazionali. Di che parliamo quindi? Ora va bene fare campagna elettorale, ma quando è troppo è troppo. Non si tratta più di promettere 1.000 euro per ogni pensionato e di piantare un milione di alberi. Siamo ben oltre.