L’intelligence ucraina ha reso nota una telefonata tra il soldato russo Konstantin Solovyov e la madre, in cui il militare racconta le torture inflitte dall’FSB ai civili ucraini. Solovyov fa parte della 11esima armata, impegnata nelle operazioni militari a Kharkiv. Con tono divertito e scherzando, l’uomo racconta alla madre i metodi di tortura usati dall’FSB.
Una delle tecniche di tortura inflitte ai prigionieri è la quella delle “21 rose”, come la chiama Solovyov. Strappare a strati la pelle delle dita delle mani e dei piedi, del pene. Oppure “il barile”, una tortura applicata inserendo filo spinato nell’ano della vittima, prima di tirarlo fuori, lentamente.
Secondo la intelligence ucraina, Solovyov racconta alla madre anche dell’omicidio di un anziano ucraino, ucciso dall’FSB dopo averlo picchiato a morte perché aveva diffuso delle foto sulla posizione delle truppe russe in Ucraina.
Vale la pena chiedersi se il soldatino Solovyov verrà premiato da Putin, se il regime criminale di Mosca gli darà una medaglia, oppure se vedremo questo criminale rinchiuso in prigione, come i boia americani arrestati, incriminati e condannati dalle autorità Usa per le torture durante la guerra in Iraq.