di Marco Mensi
Lunedì 21 Dicembre scorso il quotidiano “Libero” ha pubblicato un articolo del giornalista Alessandro Giuli che esaltava Giorgia Meloni come la leader che saputo rifondare la destra, superando tutti i problemi e le difficoltà degli ultimi anni. In particolare Giuli afferma che la Meloni ha saputo ridare dignità ad un popolo dopo la parentesi di Gianfranco Fini e l’esperienza del Pdl.
Ovviamente si guarda in modo esclusivo agli ultimi sondaggi ma nulla viene detto circa il posizionamento europeo di Fratelli d’ Italia e soprattutto sulle idee e il programma del partito. L’analisi di “Libero” è parziale e faziosa perchè ignora che la Meloni dopo lo smacco ricevuto alle elezioni Europee del 2014, quando i suoi Fratelli d’Italia non sono riusciti a raggiungere il quorum del 4%, ha decisamente virato la sua politica verso il lepenismo, trasformando un partito che ambiva ad essere un centro/destra nazionale in una forza di estrema destra, radicale, xenofoba, diffidente verso l’Europa e che propone per l’Unione Europea la stessa ricetta a cui Charles De Gaulle pensava nel 1958. E cioè una Europa degli Stati Sovrani, con buona pace di tutti coloro che invece chiedono una maggiore integrazione per competere con i più importanti attori internazionali.
E’ necessario evidenziare che Giorgia Meloni per rifondare Fratelli d’ Italia è tornata indietro, percorrendo una strada esattamente opposta a quella iniziata da Gianfranco Fini con Alleanza Nazionale. Se, infatti, Fini ha cercato di sganciarsi dalla destra radicale, presentando il suo partito come una destra moderna e antifascista (al netto magari di qualche militante che aveva ancora idee nostalgiche) che aspirava con pieno diritto a governare il paese, condannando l’ antisemitismo e riconoscendo nella resistenza un passaggio inevitabile per riportare la democrazia in Italia, Giorgia Meloni ha invece deciso di arretrare, di girare indietro le lancette della storia, guidando le “sue truppe” verso posizioni più estremiste di quelle sostenute addirittura dal Movimento Sociale di Giorgio Almirante.
La ragazza della Garbatella si è fatta contagiare dal sovranismo e dal populismo ed ha intercettato il voto degli arrabbiati e dei delusi, scatenandosi contro l’immigrazione e gli immigrati, imitando il compagno di avventure Salvini e addirittura scegliendo Donald Trump come modello. Il suo ingresso nel gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti, salutato sorprendentemente con favore da tutta la stampa nazionale, deve essere considerato invece un altro passo indietro perchè si è voluto scientemente ignorare chi sono le altre forze politiche che ne fanno parte. Pensiamo al partito spagnolo neofranchista Vox, che vuole eliminare qualunque forma di autonomia nei Paesi Baschi e nella Catalogna; al greco Soluzione Ellenica che flirtava addirittura con i neonazisti di Alba Dorata o al partitito polacco Diritto e Giustizia, ferocemente antieuropeo e legato alle frange piu estreme della chiesa polacca al punto che ancora oggi non riconosce alle donne la libertà di scelta in materia di aborto. E questo è solo un esempio corroborato peraltro dall’ atteggiamento ambiguo tenuto nei confronti dell’ ultimo assalto al Campidoglio dei manifestanti trumpisti, una debole condanna pronunciata quasi con fastidio.
All’esito di questa disamina possiamo dire che Giorgia Meloni non ha rifondato la destra ma ha tradito invece i suoi veri ideali, piegandosi alle correnti più estemiste e cercando un facile consenso senza neppure cercare di sperimentare una strada diversa, quella che dovrebbe condurre al vero progresso e al vero benessere della collettività.
Per questo motivo nasce la Buona Destra, per andare avanti senza tornare indietro, per sostenere sempre di più l’integrazione europea, per dimostrare agli italiani che si può perseguire una politica economica liberista e di stimolo alle imprese senza rinunciare alla tutela dei diritti civili e a pensare che l’immigrazione possa trasformarsi in una importante risorsa per la nostra società, senza più essere vista solo come un problema.