Su Povia il no vax, scopertosi ora pro Putin, le parole più giuste (severe ma giuste) le ha scritte Filippo Ceccarelli su «La Repubblica». L’ospitata del cantante a «Non è l’Arena» è senza dubbio ascrivibile al genere della “tv degli strilli”, che ha questo di consolante: «Tutto si dimentica subito, per cui le confuse argomentazioni geopolitiche di Povia già sfumavano quando la scaletta l’ha chiamato a cantare un brano dal promettente titolo ‘Dito medio’, clip girata davanti a un fondale di finte, ma evocative rovine, anch’esse scalzate da quelle vere e poi dalle ulteriori e rumorose interruzioni», ha osservato il giornalista. Uno show decisamente desolante.
Il vero spettacolo però forse la faccia di Massimo Giletti, ora capace di stupirsi ora di godere; in grado di passare in un battito di ciglia dall’indignazione all’euforia. All’inizio della puntata il conduttore, come al solito, con una voce di circostanza, ha annunciato che si sarebbero viste immagini ‘molto dure’ che avrebbero sollevato ‘mille polemiche’. In verità a suscitar queste ultime è stata la scelta di Povia come ospite. Fiumi di bicarbonato per digerire quanto detto dal cantante in trasmissione. Frasi pericolosamente banali come «Io non parlerei di tifoserie ma di pace, che è la cosa che vorremmo tutti in questo momento». E ancora: «Da una parte abbiamo uno che non si ferma perché ha fatto un’azione di invasione. Sappiamo anche che dal 2014 c’è un conflitto in Ucraina ed è stato fatto un referendum nelle regioni del Donbass. Detto questo possiamo riempirci la bocca tutti i giorni, ma sappiamo che ogni minuto c’è morte e devastazione». La ciliegina sulla torta? «Il più irresponsabile in questo momento dopo 18 giorni di guerra, quanto Putin se non più di Putin, è Zelensky che dovrebbe abdicare al trono». Da saltare sulla sedia proprio. Esempio lampante di una televisione usa e getta che ha stancato.
La capacità di tirare il carrozzone di Giletti è fuori discussione: “Sa il fatto suo, anche troppo. Conosce e detta i tempi della tv, maneggia bene la narrazione, sa gestire gli ospiti senza mai farsi fregare il microfono; inoltre ha coraggio, una bella presenza, una vena anarcoide e un pubblico che davvero lo vede come un moralizzatore, solo contro tutti. Ma certo Giletti non si chiede se sarà o meno il caso di diffondere scemenze su una guerra ogni giorno più terribile”, ha sottolineato lo stesso Ceccarelli. Sono le dure leggi dello spettacolo, direte voi. Niente di più tragicamente vero. “Non è l’Arena, appunto, ma un circo: emozioni, belve, acrobati, pagliacci, fenomeni da baraccone”, ha evidenziato con disappunto il giornalista. E non si poteva dirlo meglio.