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Fusaro chiama, Dugin risponde (e Putin perde)

Qualche giorno fa, l’allievo italiano di Hegel, al secolo il filosofo Diego Fusaro, ha scritto che l’Ucraina “non cerca trattativa, compromesso, accordo, negoziato”.  Zelensky vuole portare il mondo in “un nuovo conflitto mondiale”. Ma quando mai. A parte che i negoziati vanno avanti, viene da chiedere al buon Fusaro se ha letto il post su Facebook pubblicato oggi dall’altro eminente filosofo al quale Diego si accompagnava tempo fa, ovvero l’occultista Dugin, di professione ideologo putiniano (il terzo nella foto è l’indimenticabile leghista Savoini).

Nel suo post su Facebook, Dugin dà già l’Ucraina per conquistata dai russi. Il mago  domiciliato al centro di Mosca  esordisce scrivendo che a Kiev la Russia porterà legge, ordine e felicità sovranista. Inutile dilungarsi troppo sullo sproloquio duginiano, un incubo reazionario come pochi dove ci si perde tra cartaginesi, terza roma e occidente russo; quello che conta è dimostrare al nostro colto compagno Fusaro che chi non ha proprio nessuna intenzione di negoziare sono  i rasputin che circondano Putin e stanno mandando la Russia e il suo esercito allo sfascio.

Per cui tra una citazione di Hegel e un video su YouTube, il buon Diego farebbe bene a studiare un po’ meglio la situazione sul campo di battaglia e magari anche sfogliare i recenti pezzi del pericolosissimo foglio neoliberista chiamato Washington Post, dove si chiariscono i diversi livelli di profondità delle complesse trattative in corso tra Mosca e Kiev. Ma qualcosa ci dice che il filosofo italiano al Washington Post preferisca Twitter.

La situazione sul campo è presto detta. A tre settimane dall’inizio della esportazione della Terza Roma in Ucraina, al secolo l’invasione russa di uno stato sovrano, siamo davanti a uno stallo totale dell’esercito russo. Putin avanza come una tartaruga continuando a perdere generali e truppe, tante giovani vite immolate sull’altare dell’occultista Dugin. In compenso i russi stanno scaricando missili di tutti i tipi sulle città ucraine, che va bene, sappiamo come la pensa Fusaro, è tutta propaganda ordoliberale, ma certo bombardare così il nemico non depone bene per quella vittoria che doveva arrivare in 48 ore.

Il cambio di regime previsto dai russi è fallito. Zelensky è sempre al suo posto a motivare gli ucraini. I russi non raggiungono gli obiettivi che si erano prefissati alla carlona. E adesso c’è il rischio di una carneficina stile Prima guerra mondiale, altro che terza. Lo stallo spingerà sempre di più i russi a bombardare e distruggere case, scuole, ospedali, con altrettante vittime civili.

Per cui dove sta scritto che l’Ucraina non vuole negoziare considerando che potrebbe anche farlo da una posizione non proprio vicina alla resa, lo sa solo il nostro allievo di Hegel.  Il fatto è che Putin, il suo mago nero Dugin e il giovane filosofo italiano seduto accanto al mago medesimo, probabilmente credevano che Zelensky sarebbe scappato subito, che gli ucraini avrebbero accolto i carri armati russi come dei liberatori (invece di farne un cimitero bellico) e soprattutto che Europa ed Occidente sarebbero rimasti anche stavolta alla finestra, come in Georgia o in Crimea.

Le cose sono andate al contrario fino ad ora. Zelensky ormai parla da presidente della Ue, la guerra sta dando una identità nazionale ancora più marcata agli ucraini e le armi e la pregressa consulenza delle special forces e dei consiglieri militari occidentali sta rendendo un inferno la vita dell’esercito invasore. Diventa quindi comprensibile che l’allievo di Hegel, il buon Fusaro, si lanci nella sua invettiva da twittarolo contro l’Ucraina che non vuol trattare.

Così come appare ancora più pietoso il post del mago Dugin su Facebook, un delirio pieno di scempiaggini totalmente scollegato dalla realtà. Come del resto è stato l’ultimo discorso del padrone, ovvero il karaoke di Putin allo stadio di Mosca, tra server farlocchi e giubbotto da settimana bianca siberiana. Tutto questo mentre i figli della Russia vengono mandati al macello e i civili ucraini muoiono.

Fusaro torni al suo Hegel che alla realtà ci penseranno gli adulti. Per il mago Dugin, invece, come diceva qualcuno, nessuna umana pietà.