Il dado è tratto e il vento di scissione che tira su Forza Italia è forte. Fortissimo. E ahivoglia la Ronzulli a cercare di abbassare la tensione: “Basta con le mistificazioni, la misura è colma! Non c’è nessuna spaccatura in Forza Italia, basta con i film dell’orrore. Cambiate sceneggiatura. Cambiate protagonisti”, ha tuonato ieri sera.
Ad innescare la miccia di un nuovo scontro interno è stato l’affondo di Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera molto ascoltato dal Cavaliere e molto vicino alla stessa Ronzulli. Che, in un’intervista a Repubblica, apre la questione del coordinamento nazionale del partito presidiato da Tajani. Della serie: chi ha incarichi di governo, lasci quelli al partito.
Il ministro degli Esteri non la prende bene. Al contrario, chi riesce a parlargli nel corso della giornata lo descrive “letteralmente furibondo” rispetto a un affondo che non aveva messo in conto, quantomeno non nel primo giorno da ministro degli Esteri. A sentire il suo giro di fedelissimi è anche peggio. E non si fatica affatto, anzi, a trovare qualcuno che ammetta, e neanche troppo a denti stretti, che il divorzio da Forza Italia non è affatto escluso. La guerra è esplosa tanto che qualcuno ha addirittura evocato una scissione: governisti con Tajani di qua, dove «qua» è una sorta di “partito delle libertà” satellite di Fratelli d’Italia; e “falchi” di là, dove per “là” s’intende quello che resterebbe di Forza Italia. Nel frattempo il suo fondatore, ad Arcore, pare sia pronto a trasformare la faccenda in una specie di questione d’onore, al punto da volerne fare una specie di remake del film già visto la settimana scorsa sui ministri.
La questione del “peso” di FI negli equilibri della maggioranza l’ha portato a fissare l’asticella ad un numero di sottosegretari da dieci a dodici. Ma il punto è che, anche se ottenesse quanto chiede, inizierebbe il confronto/scontro interno tra governisti, anti-governisti e berlusconiani doc. E ha ragione il direttore de La Verità, Maurizio Belpietro, quando scrive che, ahinoi, le emergenze degli italiani non sono affatto queste. Non sappiamo cosa meditino in Forza Italia, certamente farebbero bene a lasciar perdere le rivendicazioni e concentrarsi sui problemi che stanno a cuore agli italiani, ma difficilmente stavolta ce la faranno: il partito di Berlusconi, ormai, è lacerato dalle faide interne e il rischio scissione è altissimo.