Il caso degli audio di Silvio Berlusconi diffusi da una “manina” (più o meno anonima) con l’intenzione di creare un terremoto nel centrodestra, ma anche all’interno di Forza Italia, hanno aperto ufficialmente la stagione dei lunghi coltelli nel partito azzurro.
L’intervento del PPE pro Tajani e la necessità per la Meloni sia di non mettere in discussione l’intesa, già di per sé precaria, con gli alleati sulla lista dei ministri, sia di limitare il peso dell’ala Ronzulli, sia di avere in quel ruolo una persona affidabile e stimata sul piano internazionale, hanno blindato il coordinatore azzurro agli Esteri. La mossa, dunque, di minarne la credibilità e di farne saltare la nomina alla Farnesina, dunque, non sembra essere riuscita. Ma Licia Ronzulli, a capo dell’opposta fazione che si contrappone a Tajani dentro il partito, è pronta a sferrare un nuovo attacco. Perché se è vero che il ministero per l’ex presidente del Parlamento europeo non sembra essere in discussione, è altrettanto vero che gli audio di Berlusconi e le trattative (più o meno alla luce del sole) per formare il governo Meloni hanno mandato in pezzi Forza Italia.
Con Tajani agli Esteri, la Ronzulli sembra avere la strada spianata per la segreteria di Forza Italia (o di quel poco che degli azzurri resta). E si sta già attrezzando per evitare che sia “il nemico” a gestire la partita dei sottosegretari, piazzando dei fedelissimi suoi in ruoli chiave al posto di quelli più filogovernativi vicini a Tajani, per evitare che la delegazione di governo – come accaduto con Mario Draghi – risponda più a Palazzo Chigi che ad Arcore. Ronzulli, si sa, è la più leghista degli azzurri, quella che ha un rapporto più stretto con Matteo Salvini, tanto che negli ultimi giorni sono tornati di moda i discorsi sulla federazione tra i partiti e la formazione, in un futuro più o meno prossimo, di gruppi parlamentari comuni.
Questa manovre, tuttavia, trasformano Forza Italia in una polveriera. Nessuno degli azzurri parla di possibile scissione, ma è convinzione di molti che nei prossimi mesi, se passerà la linea intransigente di Ronzulli, si potrebbero verificare transumanze da FI verso i moderati di Maurizio Lupi, il quale tra le altre cose oggi ha rilasciato diverse interviste filogovernative e pro Meloni, avvertendo Silvio di mettersi l’anima in pace “perché ora la leader è lei”. Soprattutto perché è ormai chiaro che l’ala dei falchi ronzulliani, esclusi dal governo, punterà su una battaglia di logoramento esasperato quotidiano, a colpi di insulti nei pizzini e di audio rubati, che alla fine potrebbe convincere le colombe di Tajani ad abbandonare la nave di Arcore.
Insomma, Forza Italia è balcanizzata e questa per la Meloni no, non è una buona notizia.