Stefano Bonaccini e Piero Fassino mandano in archivio il Pd e il segretario Enrico Letta e guardano oltre. Ad una nuova formazione che apra anche ad altre esperienze di sinistra.
“Siamo arrivati alle elezioni senza un progetto forte per l’Iitalia – attacca Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e aspirante segretario dem – e senza un’alleanza all’altezza della sfida, nonostante gli sforzi di Letta. Lo certifica il voto dei cittadini”. Bonaccini chiede un cambiamento potente. “Bisogna ricostruire dalle fondamenta, va avviata una rigenerazione profonda – afferma -. Col Pd volevamo cambiare la società, renderla più giusta. E invece abbiamo sempre perso pur governando. Non rinnego nulla ma bisogna tirare una riga. È un errore ora parlare di nomi, o cambiamo rapidamente o bruceremo anche il prossimo segretario. Iniziamo col dire che nel gruppo dirigente servono più amministratori locali, specie giovani. Non possiamo più tenerli in panchina”.
Più duro Piero Fassino, che per rigenerare il Pd guarda oltre il Pd. “Serve una Epinay italiana, la città francese dove all’indomani della sconfitta del vecchio partito socialista, Mitterand chiamò a raccolta tutte le anime della sinistra, tranne i comunisti – dice l’ex sindaco di Torino, rieletto alla Camera – e rifondò il vecchio Partito socialista francese. Oggi è il tempo di mettere in campo un altro cambiamento, chiamando a raccolta le diverse anime della sinistra italiana e con loro costruire un nuovo soggetto politico che non neghi il cammino condotto dal Pd ma vada oltre con un ulteriore salto in avanti”.