Messa insieme, l’Europa ha una spesa per la difesa che è il triplo della Russia. Eppure ancora non ha una vera Difesa comune. Per anni ‘Atene’, l’Europa, ha lasciato che ‘Sparta’, gli Usa, si occupassero di garantire la nostra sicurezza. Classi politiche deboli e alla ricerca di un facile consenso interno hanno progressivamente ridotto la spesa militare.
Dopo la invasione russa della Crimea, il trend in Europa è cambiato perché ci si è progressivamente resi conto, sempre con i tempi europei, che Putin era diventato una minaccia. In dieci anni, la Russia ha speso 720 miliardi di dollari per potenziare il suo apparato militare. L’Europa molto meno, e male, perché ognuno va per conto suo, non c’è un modello integrato.
Ora i nodi vengono al pettine. Bisogna spendere meglio e coordinarsi per dare risposte univoche a minacce globali. I Paesi europei hanno aumentato la spesa per la Difesa nel 2022. La Germania ha annunciato uno sforzo enorme, 100 miliardi, che corrisponde a quella percentuale richiesta ma mai rispettata dai singoli partner della Nato. Cresce anche il budget italiano per la Difesa ma siamo lontani dagli obiettivi Nato.
È il momento di partire con una grande campagna che spieghi agli italiani perché spendere per la Difesa, investire in sicurezza, vuol dire conservare la nostra libertà libertà. Il mondo cambia rapidamente, diventa sempre più minaccioso, i vecchi schemi che avevano garantito all’Europa una lunga pace stanno saltando.
Facciamo gli eurobond per la difesa, facciamo l’esercito europeo distinto da quelli nazionali, prepariamoci alle battaglie del futuro, ibride, cyber, spazio. Draghi guarda con ottimismo alla coesione europea su difesa ed energia dopo il vertice di Versailles. Diamo più sicurezza alle nuove generazioni.