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Extraprofitti: chiediamo ai Big dell’energia un contributo molto più alto del 10%!

Nella maggioranza di governo si discute del contributo straordinario sugli extraprofitti delle imprese del settore energetico, che sulla base del Dl 3/2022 prevede un 10% dell’incremento del saldo tra operazioni attive e passive realizzato tra aprile e marzo scorso, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 3,9 miliardi il gettito previsto dal provvedimento che interessa le aziende della energia elettrica, del gas, estrattive, dei servizi e il settore petrolifero.

Il contributo è uno strumento importante per affrontare la crisi energetica e il caroprezzi della energia che si è acuito dopo la invasione russa della Ucraina. Per questo, le forze politiche di maggioranza,  spingono per una maggiorazione del contributo. Per una volta, con una unità che auspichiamo porti a un risultato concreto. Azione, in particolare, chiede di passare dal 10 al 50 per cento, nella convinzione che a quel punto, con un ‘tesoretto’ stimato intorno ai 16 miliardi di euro di extragettito, si potrebbe ridurre drasticamente i costi in bolletta per aziende e famiglie.

Ma il tempo stringe e a questo punto occorre evitare due rischi: il primo è che i correttivi di cui si discute tra le forze di maggioranza alla fine dei giochi non facciano rima con palliativi, capovolgano al ribasso le aspettative sulla natura e la entità del contributo. Le grandi aziende dell’energia che fatturano miliardi  possono permettersi di sostenere lo sforzo di un contributo straordinario per dare stabilità al nostro Paese, si chiama bene comune e il management di queste aziende conosce il significato di una espressione del genere, alla base della nostra vita democratica.

Il secondo rischio però è che è il contributo, una cifra che fa comunque gola ai partiti, non si riveli poi  uno sperpero di soldi pubblici. La questione infatti va oltre gli  interessi elettorali. E’ in gioco la sopravvivenza del nostro sistema imprenditoriale oltre che la vita quotidiana delle famiglie. Dunque è giusto chiedere di  alzare il più possibile il  contributo ai big dell’energia, è una buona notizia che la politica stavolta si stia muovendo unita per raggiungere questo risultato, è fondamentale che ognuno in questo periodo difficile tra guerra e pandemia faccia la sua parte. Senza interessi reconditi, senza mettere inutili paletti, per il bene del nostro Paese.