Putin

E se Putin non si ferma in Ucraina?

di Paolo Capra.
Mentre siamo spasmodicamente in attesa di buone notizie dalla Brest bielorussa, non quella belga (buone notizie per l’Ucraina, buone per la Russia, buone per l’Europa e, quindi, buone per il mondo), mentre sono in corso le trattative per cercare una soluzione alla assurda guerra scatenata dal “Ras” Putin, non possiamo negare che a molti di noi sia sorta la domanda più ovvia, ma anche la più terribile.
Una volta conquistata l’Ucraina (perché, purtroppo, sembra solo questione di tempo, malgrado la valoroso resistenza delle forze militari e del popolo ucraino), il Ras Putin si fermerà oppure, come già programmato, ne approfitterà per far scollinare le sue truppe fino in Moldavia ed annetterla? In fondo, lungo il confine Ucraino-Moldavo, esiste una enclave russa composta da mezzo milione di persone, quindi un altro Donbass…
E poi, siccome l’appetito vien mangiando, perché non fare un pensierino anche su Romania, Ungheria e Polonia? Se l’obiettivo di Ras Putin è veramente quello di ricostituire il fu impero sovietico, un disegno del genere sarebbe calzante. D’altra parte, la qualità e quantità delle forze militari dispiegate in Ucraina pare essere decisamente esorbitante e non può essere spiegato con la sola difficoltà ad aver ragione dei “cugini” ucraini: come si dice? “Se ti metti gli scarponcini da trekking non è per passeggiare in città”. Se il disegno è calzante, ecco il peggior incubo del momento. L’incubo di Ras Putin che non si ferma.