E adesso il Parlamento europeo mette al bando gli amici sovranisti di Putin

Un voto contro i sovranisti europei amici di Putin. Questa settimana il Parlamento europeo voterà a Strasburgo una risoluzione, presentata dal M5S, contro le “ingerenze straniere” che mette nel mirino i legami dei sovranisti con Mosca.

È chiaro che sul banco degli imputati ci sono il Rassemblement National di Marine Le Pen, la Lega di Matteo Salvini, l’Fpo austriaco, la Fidesz di Viktor Orban, l’anti-Orban Jobbik e il Brexit Party del Regno Unito. Ma obiettivo della risoluzione M5S, presentata dall’eurodeputata Laura Ferrara, è anche Matteo Renzi, seppure non citato esplicitamente, per i suoi rapporti con l’Arabia Saudita.

La risoluzione arriverà in Parlamento in settimana, dopo l’ok in commissione a fine 2021, mentre l’Ucraina è in fiamme per l’invasione russa. Un tempismo non voluto ma che sembra perfetto per una unanime condanna agli amici e ai fiancheggiatori di Putin in seno all’Europa, sebbene la maggior parte di loro stia grottescamente e goffamente prendendo le distanze in qualche modo dall’invasore russo, responsabile della morte di migliaia di ucraini e di giovani soldati russi.

“La Russia cerca contatti con partiti, figure e movimenti al fine di utilizzare attori in seno alle istituzioni europee per legittimare le posizioni russe e i governi per procura, per esercitare pressioni per alleggerire le sanzioni e per mitigare le conseguenze dell’isolamento internazionale” si legge nel testo della risoluzione, indirizzata “all’austriaco Freiheitliche Partei Österreichs, al francese Rassemblement National e al l’italiano Lega Nord, che hanno firmato accordi di cooperazione con il partito Russia Unita del presidente russo Vladimir Putin e ora devono affrontare le accuse dei media di essere disposti ad accettare finanziamenti politici dalla Russia”. La risoluzione fa riferimento anche “al tedesco Alternative für Deutschland (Afd), agli ungheresi Fidesz e Jobbik e al Brexit Party nel Regno Unito, che hanni stretti contatti con il Cremlino, dato che l’Afd e Jobbik avrebbero inoltre lavorato come cosiddetti ‘osservatori elettorali’ alle elezioni controllate dal Cremlino, ad esempio a Donetsk e Lugansk nell’Ucraina orientale, per monitorare e legittimare le elezioni sponsorizzate dalla Russia”. Un accenno finale anche ai “secessionisti catalani, che hanno contatti stretti e regolari con funzionari russi, che agganciato anche il più grande donatore privato per la campagna a favore del recesso del Regno Unito nel referendum sulla Brexit”.

Sotto accusa ci finisce anche Italia Viva di Matteo Renzi, per i suoi legami con l’Arabia Saudita. La risoluzione, infatti, parla anche di “persone che ricoprono cariche pubbliche o elettive, compresi prestiti finanziari da parte di persone fisiche o giuridiche con sede al di fuori dell’Ue e dello Spazio economico europeo”. Chissà come viteranno i deputati di Renew Europe, l’eurogruppo cui aderisce Italia Viva.