Sul piatto ci sarebbe un maggior impegno di Grillo nella divulgazione delle idee del MoVimento. Si tratterebbe ovviamente di una vera e propria partnership (a pagamento) con il suo blog. Eh sì, perché come scrive Mario Ajello, Beppe è venuto a battere cassa: «Se Giuseppe (Conte) si rifiutasse di pagare Beppe accettando lo scambio avrebbe un Grillo che al momento del super flop previsto alle elezioni amministrative di giugno gli andrebbe addosso. Se invece è ben remunerato chiuderebbe un occhio il Fondatore e si morderebbe a lingua di fronte al disastro di Conte, leader da lui mai veramente apprezzato…», dicono le malelingue pentastellate. In altre parole l’ex premier «paga Grillo per farlo star buono». Virgolettati al vetriolo riportati dal «Messaggero» che fan capire l’aria che tira in seno al MoVimento.
La retribuzione per la collaborazione, riferisce l’«Adnkronos», è ancora in via di definizione. E l’agenda del fondatore fitta fitta; un dettaglio questo rivela quanto la trattativa economica stia a cuore all’ex comico. Grillo è arrivato a Roma la sera del 20 aprile e ha visto come prima cosa Roberto Fico e Giuseppe Conte. Il 21 aprile il garante ha incontrato per la colazione il capodelegazione del M5s al governo, il ministro Stefano Patuanelli e l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. Era presente anche il vicepresidente Michele Gubitosa. Prima di pranzo Grillo ha ricevuto i capigruppo di Camera e Senato Mariolina Castellone e Davide Crippa. Infine il confronto con la deputata M5s e presidente della Commissione banche Carla Ruocco.
Un accordo, stando ai rumors, che fa storcere il naso a parecchi: «Noi dovremmo pagare Grillo per qualcosa che dovrebbe fare naturalmente in quanto garante del Movimento? Dovremmo finanziare Beppe così lui fa il buono con Conte, non infierisce su di lui, non lo spodesta quando nel voto del 12 giugno si scoprirà che M5S purtroppo non ha toccato palla?», lo sfogo di un pentastellato.
Dietro commenti come questo la logica è: “Ma come le casse del partito sono a secco, e i versamenti dei parlamentari, almeno quelli che ancora arrivano, finiscono per finanziare il blog di Grillo che è o dovrebbe essere lo spazio naturale e gratuito di chi nel grillismo si riconosce e lo rappresenta?”, spiega Ajello su «Il Messaggero». E in ballo c’è parecchio: il rilancio del M5s, che continua a perdere pezzi per strada. Ed è un percorso tutto in salita: Conte ha appena detto: «Non sto né con Macron né con Le Pen nel ballottaggio francese», come a far capire di poter essere una sorta di Melanchon Italiano. Ne verrebbe fuori un partito distante dal Pd, che potrebbe raccogliere i voti dei pacifisti e metterebbe d’accordo gli euroscettici, gli anti-atlantisti e tutta quella fetta di persone appartenenti al mondo cattolico che non ama la tendenza americanista dei Dem.