“Il rischio di una catastrofe alimentare è reale e, se non ci sarà una soluzione, dovrà essere chiaro che la colpa è di Putin”. Non usa mezzi termini Mario Draghi al tavolo del Consiglio europeo, e fa bene. Secondo il premier, “l’Onu può giocare un ruolo importante per risolvere la crisi alimentare, ma abbiamo il dovere di chiederci come possiamo aiutare. Dobbiamo accelerare, se non lo facciamo rischiamo di arrivare tardi”.
Si dice “scettico”, Draghi, sull’utilità delle telefonate, che comunque vanno fatte. “Queste conversazioni – ha spiegato – dimostrano che è Putin a non volere la pace. Deve essere l’Ucraina a decidere che pace vuole. Se l’Ucraina non è d’accordo sui termini, la pace non può essere sostenibile”. “E’ essenziale – ha aggiunto – che Putin non vinca questa guerra”.
Prima dell’inizio dei lavori, il presidente del Consiglio ha avuto un incontro trilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Poi nel corso della riunione ha ribadito la posizione italiana sulle sanzioni a Mosca e in particolare su quelle che riguardano il petrolio, su cui si rischia una dolorosa spaccatura: “Dobbiamo mantenere unità sulle sanzioni. L’Italia è d’accordo sul pacchetto, purché non ci siano squilibri tra gli Stati membri”. Più in generale, ha sostenuto la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e rendere il Vecchio Continente autonomo dalla Russia: “Non possiamo immaginare che dopo il conflitto la nostra politica energetica tornerà come prima. Quello che è successo è troppo brutale. Dobbiamo muoverci ora per cambiare i nostri fornitori di energia nel lungo periodo”.
Draghi, infine, garantisce il sostegno italiano per l’adesione all’Ue: “Offrire all’Ucraina lo status di Paese candidato può essere un gesto simbolico importante, un messaggio di sostegno nel mezzo della guerra”.