“Il pessimista in ogni opportunità vede una difficoltà. L’ottimista in ogni difficoltà vede un’opportunità”, parola di Winston Churchill. Ed è quanto ha fatto (e continua a fare) Mario Draghi da premier. Da quel lontano 13 febbraio del 2021, emergenza dopo emergenza, il super tecnico è diventato emblema della buona politica. È il suo un approccio pragmatico, cui si contrappone l’eterna rincorsa dei partiti a difendere i propri interessi. L’immagine tragicomica dell’unico adulto in un parco giochi pieno di bambini, verrebbe da dire. La distanza tra chi, avendo sinceramente a cuore gli interessi nazionali, tiene il punto sulle questioni che contano, magari anche a discapito di sembrare impopolare. È tutto qui: a Draghi non interessa apparire, non gliene importa del like facile sui social. Il premier per il nostro Paese cerca soluzioni a lungo termine, strizza l’occhio al futuro. E lo si è capito chiaramente a proposito della crisi energetica.
Quando si è presentato il problema dell’eccessiva dipendenza dal gas russo l’attuale presidente del consiglio non si è lasciato intimorire o intontire dalle sirene di chi gli rimproverava di andarci cauto. Draghi ha capito che l’Italia aveva bisogno di attrezzarsi in Medio Oriente, in Africa, nel Mediterraneo. Proprio in quest’ottica dobbiamo leggere il viaggio ad Ankara e l’incontro con il presidente turco Recei Tayyip Erdogan. Sono stati firmati ieri ben 9 accordi per “rafforzare la cooperazione” bilaterale, attraverso un bilanciamento degli interessi comuni nel processo di stabilità in Libia e la costruzione di una gestione più equa dei flussi migratori. Per Draghi è palese la “volontà comune di rafforzare la collaborazione: Italia e Turchia sono partner, amici alleati”.
E mentre stamani sui social tanti si perdevano, tacciando Draghi di incoerenza, tirando in ballo il “Sofa-gate”, il premier poteva tirare un sospiro di sollievo per aver portato a casa un risultato straordinario. Da brillante banchiere, economista, quale è stato (ed è) Draghi ha capito prima degli altri che la soluzione sta nella diversificazione. Super Mario (soprannome a lui sgradito, ma appropriato) sa che il presidente turco rappresenta oggi la chiave giusta per uscire dall’impasse e da una crisi alimentare che può avere conseguenze devastanti. Che poi cosa disse l’anno scorso? «Con i dittatori bisogna essere franchi ma cooperare». Ed è quello che abbiamo visto ieri.
Erdogan sta giocando una duplice partita nella guerra in Ucraina, come mediatore con Putin e sostenitore del governo di Zelensky. Comprensibile dunque l’avvicinamento dell’Italia alla Turchia: il nostro Paese spera di diventare il nuovo hub energetico del Mediterraneo, come spiega chiaramente Claudio Cerasa in un articolo uscito su “Il Foglio” stamani. Difatti è il nostro l’unico Paese in Europa ad avere due gasdotti da sud, uno dalla Libia e uno dall’Algeria, e uno da est, il Tap, dall’Azerbaigian. “La geopolitica del gas ha costretto l’Italia a fare i conti con le sue inevitabili responsabilità nel Mediterraneo e i nuovi equilibri del mondo generati dall’aggressione russa in Ucraina hanno costretto il nostro Paese a considerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento come un tratto centrale della politica estera del futuro”, le parole del direttore.
Chi continua a guardare il dito, anziché la luna, non vuole bene al Paese: “Il pessimista non serve a niente. Perché il pessimista sta lì seduto a dire le cose non vanno bene e non fa niente. Bisogna essere ottimisti. Bisogna guardare al futuro come un’opportunità, non come un rischio. Non vi dovete preoccupare, e guardare con ansia al futuro: guardate con ottimismo il futuro. Il futuro è lì perché voi ve ne impadroniate, perché voi diventiate protagonisti del futuro. Bisogna guardare al futuro come a una partita: la volete vincere? Senno perché giocare se già la volete perdere. Questo è il futuro: bisogna vincere ed essere contenti soprattutto di starci nel futuro”, aveva detto Draghi alle ragazze e ai ragazzi della Scuola secondaria inferiore “Dante Alighieri” – Sommacampagna. E in questo messaggio qui c’è tutto quello che l’ex dirigente della Bce intimamente pensa.