Che fine ha fatto Giorgia? La sua assenza da eventi di rilievo e la scelta di dedicarsi a incontri internazionali piuttosto che affrontare le questioni domestiche hanno suscitato domande e perplessità.
Giorgia Meloni ha recentemente saltato l’appuntamento al Meeting di Rimini, dove l’anno precedente si era presentata come un “underdog” con una storia di chi dal nulla ce l’ha fatta. Questa volta, tuttavia, ha preferito rimanere in secondo piano. Anche a Cernobbio, dove l’anno scorso aveva annunciato ambiziose riforme, la sua presenza è mancata. Sembra che la leader di Fratelli d’Italia abbia scelto di dissociare la sua immagine pubblica da problemi interni e brutte notizie, adottando una strategia di silenzio.
Questa tattica, sorprendente in Italia, trova un terreno fertile all’estero, dove Giorgia Meloni ha costruito gran parte della sua leadership. Tuttavia, sotto questa superficie politica impeccabile, molti si chiedono se ci sia qualcosa di più. È come se il re fosse nudo, senza una posizione chiara su alcune questioni fondamentali.
Ad esempio, il tema dell’immigrazione sembra sfuggire al controllo della leader di Fratelli d’Italia. Gli sbarchi sono aumentati notevolmente, raggiungendo quota 115.000, il doppio rispetto all’anno precedente. I sindaci di tutte le tendenze politiche sono sull’orlo dell’esasperazione, ricordando l’era del 2016 quando il governo di allora, sotto la guida di Marco Minniti, affrontò blocchi stradali e tensioni a causa dell’immigrazione. Salvini spinge per una linea di chiusura dei porti, mentre Meloni sembra incapace di proporre una politica di governo dei flussi e di accoglienza. La soluzione è stata un “time out tecnico” affidato al comitato interministeriale di sicurezza, che sembra solo dilatare il problema senza affrontare le questioni di fondo.
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Un altro caso emblematico riguarda le riforme costituzionali. Il governo è bloccato a causa della controversa proposta sull’Autonomia di Roberto Calderoli, che impedisce progressi significativi nella Finanziaria e nel finanziamento delle promesse elettorali. La mancanza di fondi per la sanità, la scuola e l’aumento dell’inflazione rappresentano un ulteriore ostacolo per la leadership di Meloni.
La politica economica di Meloni sembra insostenibile in un contesto di incertezza e improvvisazione. La sua narrazione contro gli interessi delle banche e a favore del popolo sembra potrà funzionare nelle strategie elettorali ma rimane priva di una visione politica chiara.
Tutto ciò apre spazio a Matteo Salvini, che cerca di raccogliere il malcontento di quei settori che Meloni ha deluso, soprattutto riguardo agli sbarchi. La leader di Fratelli d’Italia sembra rinunciare a una costruzione politica basata sulla verità e sul governo responsabile, preferendo rimanere in secondo piano.
Mentre la situazione economica e sociale si fa sempre più complessa, il silenzio di Meloni sembra essere una scelta che potrebbe avere conseguenze significative per il suo partito e per il panorama politico italiano nel suo complesso. Resta da vedere se questa strategia sarà sostenibile nel lungo periodo o se il bisogno di leadership chiara e determinata porterà a un cambio di rotta.