«La riforma annunciata dal Guardasigilli è attesa e opportuna ma se ci dovesse essere un provvedimento simbolo del percorso politico e delle battaglie di Berlusconi questa è la separazione delle carriere, che qui ancora non c’è. Sarebbe riduttivo pensare che un pur apprezzabile disegno di legge con interventi su alcuni aspetti della giustizia possa essere considerato un omaggio a Silvio Berlusconi», ha affermato Enrico Costa, ex membro di Forza Italia e attuale vicesegretario di Azione, in un’intervista al Quotidiano nazionale.
Costa ha valutato positivamente la riforma proposta, affermando che rappresenta un primo passo importante. «La chiave ci convince e sì, potremmo votare a favore», ha risposto quando gli è stato chiesto se il suo partito voterà a favore.
La riforma prevede la scomparsa del reato di abuso d’ufficio e una limitazione del reato di traffico di influenze. «Non vedo nessuna conseguenza negativa. Quella sul reato d’ufficio era una norma del tutto impalpabile. Che serviva solo a creare una raffica di indagati, qualche processato e quasi mai condannati e veniva utilizzata quasi sempre partendo dagli esposti presentati dalle opposizioni. Era un reato che non portava a condanne, ma che faceva entrare il giudice penale nella vita amministrativa per fatti che al limite possono essere oggetto del sindacato del giudice amministrativo. Creava solo problemi specie ai sindaci: con la paura di firmare ritardava la loro azione. Giusto eliminarla», ha spiegato Costa.
Sulla stretta alle intercettazioni, Costa ha sottolineato che «andrebbe fatto un discorso anche sui presupposti, perché oggi si autorizzano intercettazioni con troppa disinvoltura», ed è sacrosanto evitare l’utilizzo di quelle non utili al processo e vietare la pubblicazione di intercettazioni di persone terze al reato.
La riforma propone anche una stretta sulle misure cautelari e sull’interrogatorio preventivo, introducendo la presenza di un giudice collegiale e un contraddittorio prima della decisione. Costa ha espresso il suo sostegno a questa proposta, affermando: «Oggi abbiamo un interrogatorio di garanzia dopo l’arresto, e in molti casi dopo l’interrogatorio di garanzia l’arrestato viene rilasciato. Perché non farlo prima allora? Ci può essere un chiarimento, può emergere un errore. È giusto. Quanto al giudice collegiale è molto importante perché oggi abbiamo il giudice monocratico che fa valutazioni che troppo spesso sono solo burocratiche e rispetto alla preponderanza delle procure garantisce un maggiore bilanciamento, una maggiore riflessione».
Riguardo alla limitazione del diritto di appello del pm contro sentenze di proscioglimento, Costa ha ritenuto che riguardi solo i reati non gravi e che sia un’opzione opportuna.
Nonostante le preoccupazioni sollevate dai magistrati sulla riforma, Costa ha sottolineato che ci sono modi per evitare problemi organizzativi riguardo al giudice collegiale. Ha anche espresso preoccupazione per il futuro della proposta di separazione delle carriere, sottolineando che il Governo sembra concentrarsi sulle riforme costituzionali, come il premierato, e teme che la separazione delle carriere possa appesantire questo percorso. Ha osservato che l’annuncio di una proposta di legge sulla separazione delle carriere da parte di Nordio, prevista per settembre o novembre, congela di fatto il testo già in discussione in Parlamento fino a quel momento.