L’alleanza tra i popolari e le forze della destra radicale europea è stata sconfitta nella sua prima vera battaglia politica a Strasburgo. Su quanto successo in merito al voto della legge sul ripristino della natura ha ragione Giosi Ferrandino, eurodeputato di Azione, quando dice in un’intervista al quotidiano «L’identità» che i popolari hanno usato il tema per sondare la possibilità di un patto con le destre. Il risultato è che hanno perso loro e ha perso la sinistra, con tanti saluti all’enfasi dei suoi esponenti.
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L’emendamento che chiedeva di bocciare del tutto il testo è stato rigettato con con 312 voti a favore, 324 contrari e 12 astensioni. Tra i contrari anche 15 popolari ribelli, mentre altri tre si sono astenuti. Quando la presidente Roberta Metsola ha chiamato il voto sul contestato emendamento l’Aula è caduta nel silenzio, per poi esplodere in uno scrosciante applauso quando sullo schermo sono stati resi noti i risultati. L’esito è stato in bilico fino all’ultimo secondo: ha visto almeno un terzo dei liberali, tra cui gli italiani Nicola Danti di Italia Viva e il già citato Giuseppe Ferrandino di Azione, appoggiare la bocciatura del provvedimento.
È chiaro: il Ppe, soprattutto con Manfred Weber, era tentato da una coalizione contro natura con Meloni, leader di uno schieramento che in Polonia e Spagna, oltre che in Italia, non ha nulla di popolare. Weber intendeva allinearsi con ideologie contrarie a quelli che sono i principali valori europei. I socialisti, del resto, sono sempre più radicalizzati. E bisogna fare attenzione, rischiano grosso: perché, come dice Ferrandino, se questo furore dovesse nell’ultimo anno di lavoro del Parlamento Europeo, trasferirsi anche sulle proposte di legge, la destra avrebbe campo libero per deformare l’attività dell’Europa. Un gioco al massacro che senz’altro non giova alla sinistra, che tuttavia sembra continuare a non rendersene conto.
Quel che appare evidente è che Weber tentando di prendere “in ostaggio” la natura ha dimostrato che il filo che lega il Ppe a Ecr non raggiunge la maggioranza. Il test fortemente voluto dal presidente e capogruppo dei Popolari a Strasburgo è miseramente fallito: per qualsiasi alleanza alternativa a quella con i socialisti servono comunque i liberali di Renew Europe.