Al Cremlino tira un’aria pesantissima. “Ci sarà un golpe dall’alto molto veloce, come la rimozione di Krusciov nel 1964, la morte dello zar Paolo I nella notte tra l’11 e il 12 marzo o la strana morte di Stalin nel marzo 1953”, ha ipotizzato lo storico e politologo Andrej Zubov che ha dicembre aveva già previsto quello che sta succedendo in questi giorni. Diceva Zubov: “Putin sta preparando il Paese a una guerra, scopriremo presto se militare o solo di propaganda. Di certo vuole indietro “‘la sua vecchia Ucraina’, non si accontenta di controllarne solo una parte”.
Una cosa è certa: tra le fila dei fedelissimi di Vladimir Putin si sta respirando un clima teso. Molti di loro, tenuti all’oscuro dell’attacco in Ucraina e sottoposti dall’Occidente a sanzioni sempre più pesanti, hanno perso la pazienza. “Un quarto dei funzionari che occupano posizioni di vertice vorrebbe addirittura dimettersi per protesta”, secondo quanto riportato da Repubblica.
I corridoi del Cremlino sono scossi da un malumore generale. Non solo per la guerra decisa da Putin e pochissimi altri. Ma anche (e soprattutto) per il contraccolpo economico derivante dal progressivo isolamento della Russia. Fonti russe sostengono che perfino gli uomini più vicini a Putin non sarebbero stati informati in merito all’operazione in Ucraina.
Tutti per ora rimangono in silenzio: “Puoi dimetterti solo per andare in galera. Dimettersi adesso verrebbe visto come un tentativo di fuga”, ha spiegato al sito Agentsvo una fonte anonima. Ma l’opposizione silenziosa allo zar Putin comincia a essere percepita. Per questo la previsione di Andrej Zubov non è tutt’altro che campata in aria…