Pesach, la Pasqua Ebraica, marca la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana e l’inizio dell’esodo verso la terra promessa di Israele sotto la guida di Mosè. Ogni anno durante le celebrazioni ci viene ricordato che più se ne racconta e si fa rivivere la storia di redenzione e più si è degni di lode. Ma cosa significa raccontare “di più” la storia di Pesach? Secondo i rabbini, ciò significa trasmetterla in modo indelebile alle future generazioni, ricordando da dove veniamo e cosa fa di noi un popolo, ma anche ricollegandola alla nostra esperienza quotidiana per rammentarci quanto sia ardua la lotta per la libertà.
Quest’anno, la storia dell’uscita dall’Egitto verrà raccontata nei due Seder che si terranno nelle notti del 15 e del 16 aprile. In molti di questi convivi rituali, gli eventi terrificanti della guerra in Ucraina faranno parte del racconto e della riflessione. Come i profughi ucraini, gli Ebrei fuggirono da un regime potente e disumano diventando profughi erranti, senza una dimora permanente, ma con determinazione riuscirono a crescere e risollevarsi come un popolo libero. Collegare la storia dell’uscita dall’Egitto con la guerra in Ucraina può aiutare noi Ebrei a riscoprire cosa fa dei nostri valori una luce tra le nazioni. Può aiutarci a relazionarci meglio con l’esperienza dell’Esodo mentre siamo testimoni del trauma che gli Ucraini stanno vivendo. Può aiutarci a relazionarci con gli Ucraini meglio di altri popoli, proprio perché abbiamo vissuto l’esperienza di rifugiati nel corso di tutta la nostra storia.
Anche questa consapevolezza spinge le molte organizzazioni ebraiche che si prendono a cuore la situazione dei profughi a lavorare per aiutare il popolo ucraino, nonostante la profonda piaga dell’antisemitismo nel paese. Per una di queste, Chabad, la Pasqua di quest’anno assume un significato ancora più profondo. Il 5 aprile sono stati celebrati i 120 anni della nascita del suo fondatore, il rabbino Menachem Mendel Schneerson noto come il Lubavitcher Rebbe, uno dei leader mondiali più influenti dell’ebraismo moderno. Curiosamente, il Rav. Schneerson era nato e cresciuto proprio in Ucraina, a Mykolaïv, durante il periodo del dominio sovietico e per questo ne ha sempre voluto fare una delle basi operative di Chabad.
Nonostante tutta l’oscurità e la sofferenza che aveva vissuto, il Rebbe ha lottato fino alla fine dei suoi giorni con altruismo, dedizione e amore per il benessere di tutta l’umanità indipendentemente dalla razza o dalla religione. In occasione della vicina Pasqua ebraica, la sua fede incrollabile in D-o e negli uomini possa servirci da modello, dandoci la forza di agire per riparare il mondo e renderlo sempre più simile al progetto divino.