Quindi alla fine M5S conferma di essere quello che già sapevamo, una forza antioccidentale e antieuropea. Il movimento ha infatti annunciato il suo No a qualsiasi ordine del giorno parlamentare per l’aumento delle spese militari. Durante una riunione di maggioranza sul dl Ucraina, M5S ha ribadito la sua “ferma contrarietà all’odg al decreto Ucraina, di minoranza o maggioranza, che prevedano incrementi straordinari della spesa militare,” e ancora “se la maggioranza voterà in maniera difforme non sarà certo la prima volta e ciascuno si prenderà la responsabilità delle sue scelte.
Ai rappresentanti del Governo presenti in riunione abbiamo chiarito che questa è la posizione del M5S e abbiamo chiesto loro tenerne conto nella stesura del Def”. E fin qui poche sorprese. Da un movimento sempre attratto da luminose forme di democrazia iraniana o venezuelana, sarebbe stato curioso aspettarsi il contrario, cioè un deciso appoggio a Zelensky e alla resistenza ucraina, che è il sottinteso di quell’incremento delle spese militari.
Quello che invece desta più di una perplessità è che l’ex premier Conte abbia del tutto perso la bussola. Conte ci aveva raccontato che voleva trasformare il movimento medesimo in una moderna forza riformista, matura ed europea. Durante il suo Governo, aveva detto sì e lo aveva fatto dire anche ai suoi, alle spese militari, per rispettare gli impegni presi con la Nato. Sì anche durante l’anno più duro della pandemia. Adesso invece fa una piroetta e passa all’antimilitarismo militante. Proprio quando quell’aumento delle spese militari servirebbe di più visto che Putin non solo ha assalito l’Ucraina ma minaccia il fianco orientale europeo e della Nato.
Insomma, quando la guerra non c’era ma il sovranista Trump batteva cassa in Europa con gli alleati Nato, Conte approvava, ora che la guerra c’è e bisognerebbe combatterla, Conte disapprova. Della serie non è Conte che ha cambiato 5 Stelle ma il contrario: il partito dei non allineati ha cambiato Conte. Il mondo cambia, il movimento no, in attesa di capire se e cosa il leader della ‘forza riformista’ chiederà a Governo e alleati di maggioranza per cambiare idea un’altra volta.