Pare che quando si è chiusa la porta della villa di Arcore e Giorgia Meloni è andata via, sabato pomeriggio, Berlusconi fosse davvero furioso. “Arrogante, è stata arrogante”, avrebbe detto. Aggettivo che la dice lunga sui toni dell’incontro.
E pensare che fino a qualche giorno fa, i mal di pancia più preoccupanti, nella maggioranza, si manifestavano nel rapporto fra la premier in pectore e la Lega, in primo luogo per il tipo di ambizioni governative coltivate da Matteo Salvini. In queste ore invece è scoppiato il caso Licia Ronzulli, fedelissima del Cavaliere con aspirazioni, anch’esse governative, che divergono, e non poco, dagli obiettivi di Giorgia Meloni.
Ronzulli – tanto per rinfrescare la memoria – ex infermiera, già europarlamentare, negli anni è diventata una sorta di ombra politica del Cavaliere. Poco si muove, ad Arcore, che lei non controlli. In molti le riconoscono doti politiche, in tanti la dipingono disinvolta e con aspirazioni senza limiti. Amici e nemici. Il problema è che queste dinamiche hanno ormai toccato anche la figura di Antonio Tajani: considerato in modo naturale il futuro capodelegazione di Forza Italia nel governo, da alcuni giorni non è più certo di poter centrare l’obiettivo.
Ma il nodo più delicato riguarda la caratura del ministero che verrà affidato a Ronzulli. Berlusconi – racconta il Corriere della Sera – finora ha fatto due nomi, due punti fermi delle sue richieste: Tajani e Ronzulli. E considera pari le due candidature.Per Giorgia Meloni invece fra l’ex presidente del Parlamento europeo e il resto dei nomi che ha in testa il Cavaliere c’è una considerevole distanza. Tanto che Tajani è ancora candidato ad andare agli Esteri, o in un ministero di prima fascia, mentre sul ministero della Salute, che “il presidente voleva per Licia — raccontano dentro il partito — non ci sono più margini, ormai è acclarato che non andrà a noi”.
Il quadro appena fatto, pure se appena abbozzato, chiarisce anche la reazione di queste ore dell’ex premier. Se Meloni ha avuto un atteggiamento “arrogante”, c’è da aggiungere che “Forza Italia resta decisiva, è bene che non lo dimentichi nessuno, perché senza di noi non si va da nessuna parte”. Ragionamenti che Berlusconi fa con il suo staff – riporta sempre il Corriere della Sera – rimarcando che sui ministri non è “disposto a fare marcia indietro, visto che sono di altissimo livello”.
Aggiunge, il Cavaliere, che il suo non è un ricatto, ma è anche vero che i nomi che vengono considerati intoccabili sono appunto solo due: Tajani e Ronzulli.
Ad ogni modo al momento quello che si è registrato dopo la visita di Meloni ad Arcore, la seconda nel giro di pochi giorni, è un vero e proprio cortocircuito. Con Berlusconi pronto a dire in pubblico che “fra alleati non possono esistere veti o pregiudiziali” e che la sua è tutto fuorché una posizione “ricattatoria”, ma l’atteggiamento di un partner determinante negli assetti di governo. Ma se lui le ha dato dell’arrogante, sembra che Meloni, durante la visita ad Arcore, abbia invece chiarito che lei, a proposito di concetti e interpretazioni, non accetta ricatti. Vuole un governo di alto profilo e competenze e, secondo la futura premier, in questi criteri non sembra rientrare la Ronzulli per ottenere un ministero di peso.