Non si può certo dar torto al senatore centrista Ferdinando Casini quando nell’intervista rilasciata oggi a «Repubblica» dice: «Il voto spagnolo seppellisce il tentativo, che i più avveduti sul fronte moderato hanno già rifiutato, di costruire un’alleanza europea fra i popolari e la destra». L’ex presidente della Camera, già a capo dell’Internazionale democristiana, parlando dell’esito delle elezioni di Madrid, ha elencato gli errori dei moderati e ha affermato che la prospettiva è un allargamento della maggioranza che sostiene Ursula Von der Lyen.
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«Il risultato di queste consultazioni lascia la porta aperta a ogni soluzione per il futuro della Spagna: ma due cose le chiarisce. La prima è che il Centro, quando si piega a rapporti con le forze estreme, perde la sua identità e la ragione di esistere. Il Pp ha avuto un grande successo ma avrebbe senz’altro ottenuto la maggioranza se non avesse fatto in troppe regioni un patto con il diavolo», ha dichiarato Casini, aggiungendo che gli elettori spagnoli molto probabilmente erano preoccupati all’idea di un ritorno al passato. «Hanno avuto paura di un accordo, quello con Vox, che ha portato dei no vax alle presidenze di alcuni parlamenti regionali. Sono intese che hanno snaturato l’anima dei popolari e hanno spinto a una mobilitazione senza precedenti le forze della sinistra», ha evidenziato il senatore.
Poi la seconda osservazione: «Mi meraviglio come la Meloni non l’abbia capito: non esiste l’ipotesi di un governo europeo affidato solo alle forze popolari e di destra». Che è poi, in sostanza, lo schema di Manfred Weber e di Tajani. Per Casini schema «legittimo», ma che «si allontana profondamente dalla tradizione di Kohl e di Angela Merkel: loro avevano capito per tempo che l’Europa — che non è un singolo Stato ma una federazione, un’entità in progress — non può essere affidata al governo di una parte. Le grandi famiglie devono convivere». Come finirà la partita delle alleanze? Casini ha una sua idea: «Capisco che la Meloni sia sospesa tra i doveri della militanza storica e il realismo dello stare al governo. Ma lo spazio che ha è quello di concorrere ad allargare la piattaforma europea, non sovvertirla. Può eventualmente allargare la maggioranza Ursula. Persino i 5Stelle compresero il rischio dell’isolamento e votarono l’attuale presidente della commissione europea».