Mentre l’ideologo di Putin, Dugin, intima a Bergoglio di non recarsi a Mosca perché tanto lo Zar non lo ascolterebbe, sui social continua a tenere banco la risposta data da Papa Francesco al Corsera sul non meglio specificato “abbaiare” della Nato che avrebbe spinto il regime russo a invadere l’Ucraina.
Non si capisce però quand’è che la Nato avrebbe “abbaiato” contro Putin. Visto che per almeno un mese e mezzo prima della invasione russa, pur davanti a prove evidenti fornite dalla intelligence Usa sull’ammassarsi delle truppe russe al confine con l’Ucraina, la Nato non ha esercitato nessuna forma di deterrenza per intimare al Cremlino di fermarsi. Né dopo la invasione a qualcuno è venuto in mente di ripensare il trattato del nord atlantico per permettere all’Alleanza di intervenire.
Se mai, e non da oggi, la Nato scodinzola al guinzaglio di quei furbacchioni dei suoi stati membri. Per anni i Paesi del Patto atlantico hanno stretto relazioni diplomatiche e fatto affari con il regime russo, arrivando a legittimare l’invasione della Crimea, senza muovere un dito in Georgia, appaltando ai russi la lotta al Califfo in Siria (al Califfo e ai legittimi oppositori del regime di Assad).
L’Europa che oggi finalmente sembra svegliarsi, in un incubo purtroppo, ha sognato l’integrazione attraverso la cooperazione con la Russia, ha sottoscritto accordi con la Federazione, si è attaccata alla canna del gas di Putin pur sapendo che oppositori e giornalisti scomodi venivano ammazzati, che le liberalizzazioni degli anni novanta avevano prodotto uno stato mafioso, che i diritti umani venivano calpestati e che Mosca stava spendendo tutto quello che aveva per il riarmo bellico.
La verità è che dopo la fine della Guerra Fredda i Paesi sfuggiti alla morsa sovietica hanno chiesto di entrare nella Nato per proteggersi dal revascismo russo, ma tra i partner fondatori della alleanza è venuta meno una vera convinzione ideale e morale sul senso di quello che facevano.
Sono decenni che l’Occidente ha rinunciato al suo ruolo di guida delle democrazie globali, arretrando, investendo cifre enormi per combattere autocrati e terroristi in giro per il mondo, salvo poi ritirarsi e arrendersi abbandonando i popoli ai quali aveva promesso libertà, democrazia, mercato, al loro destino. In questo vuoto ideale si sono incuneati i boia come Putin.
Erdogan nei Balcani e in Nord Africa, Pechino in Estremo Oriente, sulla Via della Seta e sempre in Africa. La Nato ha scodinzolato pure quando Russia e Cina, prima della invasione dell’Ucraina, hanno stretto un patto di ferro con l’intento, dichiarato!, di rovesciare il sistema della sicurezza internazionale, ‘l’unipolarismo Usa’, come lo chiamano, con il caos multipolare. Odiano la globalizzazione, temono e vogliono vedere distrutto l’ordine liberale.
Molte altre cose si potrebbero aggiungere sulla crisi di identità della Alleanza. Le richieste, inevase, di Trump agli europei sulle contribuzioni per reggere la spesa militare del patto atlantico. Le richieste dei Paesi del Nord Europa di entrare nella Nato per avere una qualche chance di sopravvivenza nel momento in cui lo zar di Mosca volesse estendersi anche altrove. Queste ultime richieste dimostrano che un’identità atlantica c’è ancora, eccome se c’è, da coltivare e ricostruire.
Per tornare a Bergoglio dove il Papa abbia sentito questi latrati minacciosi proprio non si capisce. Non si capisce neppure che ci dovremmo andare a fare a Mosca con le nostre diplomazie, se Dugin ha sbattuto la porta in faccia al Papa (e pure a Salvini), spiegando chiaramente che se l’Europa non vuole la guerra allora deve abbandonare l’Ucraina al suo destino. Il fatto è che nessuna pace sarà possibile finché Putin non ordinerà un cessate il fuoco. E soprattutto se non invieremo armi agli ucraini non ci sarà alcun negoziato visto che i russi conquisteranno la Ucraina.
Chi è vicino a Bergoglio e condivide con il Papa la politica estera della Santa Sede, per favore, rifletta sulla deriva pacifista degli ultimi decenni in Occidente, perché non porta a nulla. Se non all’esercizio che conosciamo meglio in Europa e in America. Ovvero che guerre e instabilità globale sono sempre puntualmente colpa nostra, della Nato, dell’Europa e dell’America.
Anche quando l’Occidente non ha responsabilità. Più facciamo così, più ci indeboliamo. Più ci indeboliamo, più saremo esposti al ricatto di Putin e dei tiranni mondiali di turno.