Salvini

Caro Matteo, l’italiano non è un’opinione: la virgola tra soggetto e verbo no!

Prima gli italiani, ok, ma prima anche l’italiano. Che dici, caro Matteo Salvini? In un cartellone elettorale dedicato ai rincari delle bollette appare un errore da matita blu. Stiamo parlando della virgola tra soggetto e verbo. Eh, no. Non va! Possiamo tollerare tutto, ma questo no.

Non c’abbiamo ancora pensato ad imporre una “sanzione” a quelli che si ostinano a mettere la virgola tra soggetto e verbo? Una “multa” a tutti coloro che incappano in quest’imperdonabile errore grammaticale? Eh, l’italiano non è un’opinione. Ad un ex ministro certe disattenzioni non si possono lasciare passare. Specie quando quel leader politico aspira anche a poltrone di un certo tipo. In questi ultimi giorni, infatti, si parla insistentemente della possibilità che il segretario del Carroccio Matteo Salvini (che vorrebbe in primo luogo diventare premier) arrivi a ricoprire il ruolo di Ministro dell’Istruzione o della Cultura all’interno del prossimo esecutivo.

Un rumor che Salvini non ha confermato né smentito. Sull’eventualità di subentrare al ministro Bianchi il leader della Lega ha sviato il discorso, lasciandosi andare a battute: «Io i banchi con le rotelle di Conte e della Azzolina non li avrei comprati e avrei risparmiato qualche centinaio di milione di euro»; come pure a proposte difficilmente realizzabili (ma a detta sua ‘fattibili’): «Estendere la gratuità dei libri di testo oggi prevista solo per elementari anche alle medie e superiori?». Sull’università sappiamo tutti come la pensa: «Abolire il test d’ingresso e il numero chiuso per fare medicina. È una follia che un Paese che ha bisogno di medici e infermieri abbia ancora il numero chiuso e impedisca a migliaia di ragazzi di fare medicina».