Il mondo rischia la terza guerra mondiale, si agita lo spettro dell’ecatombe nucleare, i prezzi salgono, la tensione sociale monta, ma in questo momento storico così drammatico e complicato per la sinistra le priorità sono lo Ius Schoale e il DDL Zan. La proposta di Enrico Letta di ripresentare in Senato il medesimo testo già bocciato sei mesi fa costituisce una scelta illogica e irrealistica nel metodo, oltre che intempestiva nel merito. E, intendiamoci, nessuna polemica strumentale! Buona Destra è da sempre possibilista sul DDL Zan, anche se ben sappiamo che il disegno di legge, per come era scritto si prestava a equivoci interpretativi e presentava diverse criticità. Eppure, di fronte a una battaglia fra chi voleva difendere i diritti delle persone omosessuali e delle persone diversamente abili, e chi faceva una battaglia tutta ideologica in nome di un veteroconservatorismo a carattere reazionario, non vi era dubbi da quale parte stare e quindi abbiamo appoggiato il DDL Zan, pur imperfetto.
Perché la destra liberale è questa: è la destra dei diritti, per la quale la violenza effettuata contro persone e aggravata da motivazioni relative alle loro scelte intime è sempre perseguibile, anche in modo aggravato e specifico, con i severi strumenti del diritto penale. E questo, ancora oggi, lo ribadiamo con forza. E proprio perché la Buona Destra considera le differenze fra le persone un valore dell’individuo da preservare e non un fattore di discriminazione, riteniamo che per combattere il razzismo oltreché per gestire un fenomeno epocale come quello migratorio, occorra una seria politica di integrazione che passi anche attraverso lo ius scholae (salvo poi ovviamente discutere come questo principio viene declinato nel merito e nel testo legislativo). Anche questo, non è in discussione! Tuttavia, quello che appare inopportuno e controproducente è l’uso strumentale che la sinistra fa di questi temi, peraltro in modo del tutto speculare all’ estrema destra seppur in sensi diametralmente opposti ma con il medesimo fine: il consenso elettorale. Ciò appare ancor più distonico se si considera il particolare frangente mondiale, in cui le priorità sono evidentemente altre, non solo per l’Italia, ma per l’Europa e l’occidente intero.
La proposta di Enrico Letta di riprendere la discussione sulla tutela dei diritti degli omosessuali e dei diversamente abili a partire dalla riproposizione in Senato dello stesso e identico testo Zan pare veramente una beffa peraltro non sorretta ad alcuna seria argomentazione. Si tratta – secondo il segretario del PD – di sintonizzare il Parlamento con le piazze che hanno manifestato sonoramente tutta la loro delusione, all’indomani della bocciatura del DDL Zan, “dando l’opportunità al Senato di suturare la ferita”. Una impostazione tutta ideologica della tutela dei diritti individuali che non ci appartiene e che dimostra il mancato rispetto per una istituzione che si è già pronunciata in merito e una caduta di stile istituzionale.
Ripresentare il medesimo testo significa non tener conto della volontà di quell’Aula che rappresenta la sovranità popolare la quale non può essere ricondotta a quelle piazze cui Letta si riferisce. Avallare l’idea che quando le piazze manifestano per o contro qualcosa, il Parlamento debba sintonizzarsi con il loro umore è nient’altro che populismo dal quale dobbiamo rifuggire come metodo anche quando il merito ci può trovare concordi. La democrazia e le sue forme sono un bene prezioso come dimostrano le vicende mondiali attuali in cui un Paese che ne è sostanzialmente privo applica nei confronti di un altro, la legge dell’arbitrio e della forza bruta.
Caro Letta, la democrazia e i diritti sono una cosa seria e non si può abusarne a fini meramente elettorali.