“Non credo che un governo a trazione Meloni metterà ostacoli all’aborto sicuro, sanno anche loro che la 194 funziona. Ha praticamente azzerato gli aborti clandestini e ha accompagnato l’Italia in un percorso di responsabilità: il ricorso all’Ivg è in continua diminuzione dal 1983, oggi il nostro Paese ha un tasso di abortività fra i più bassi dell’Occidente”. Mara Carfagna, ministro per il Sud e già in passato titolare delle Pari opportunità, nella giornata mondiale per il diritto all’aborto sicuro non teme il pericolo Usa per la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. “Il voto ha dato dei segnali precisi in materia di diritti delle donne – afferma -: la mancata elezione di Simone Pillon segna la bocciatura del ‘partito dei retrogradi’, spero che chi si appresta a governare ne tenga conto. L’introduzione, come in Ungheria, di una legge che obbliga anche in Italia ad ascoltare il battito fetale? Non credo sia possibile da noi. Si tratta di un’inutile crudeltà, improponibile e inaccettabile”.
Carfagna spera che il governo a trazione estremista e sovranista della Meloni non arretri sui diritti civili. “Le diseguaglianze nell’accesso ai diritti, compresi quelli costituzionali alla parità, alla salute, al lavoro, sono una grande ferita italiana: il patriottismo di FdI si misurerà soprattutto sulla volontà e la capacità di risanarla. Non ci si può definire ‘patrioti’ e poi lasciare pezzi di Patria al loro destino”. Carfagna, come riporta Repubblica, è in politica da anni, eppure né lei né altre donne hanno mai concorso per la guida del Governo. Meloni c’è riuscita, mala ministra non si sente subalterna a capi politici maschi. “Dire che le donne stanno in politica perché cooptate dai capi, con la sola eccezione di Giorgia Meloni, è una leggenda maschilista ed è anche ingeneroso – attacca -. Giorgia Meloni sicuramente rompe il tetto di cristallo italiano. La speranza è che i cocci non cadano in testa alle donne e che alcune discutibili affermazioni su quote e modelli culturali come Orban o Abascal, il capo spagnolo di Vox, vengano archiviate e dimenticate”.
Meloni è dichiaratamente filo atlantista, ma le simpatie per i nazionalismi europei, tipo quello ungherese, preoccupano. “FdI ha preso voti anche in nome del suo euro-scetticismo e della critica all’attuale leadership europea, sarà difficile dire agli elettori ‘cambiamo marcia’, ma è indispensabile se davvero si vuole tutelare l’interesse nazionale”. Di certo il Terzo polo non sosterrà posizioni estreme. “Sulle riforme interverremo senza posizioni pregiudiziali, come dovrebbe sempre fare una politica seria – incalza -. Siamo usciti dalle nostre case di appartenenza non certo per fronteggiare la destra, ma per fondare ciò che oggi in Italia manca: un Polo liberale, riformista, europeista che possa diventare una credibile alternativa di governo. L’opposizione la faremo come decideremo noi, in coerenza col nostro progetto. E sono certa che cresceremo per credibilità, impegno e anche consenso tra i milioni di italiani stufi di estremismo”.