Calenda non fa sognare, ma ci tiene coi piedi per terra: quanto è antipatico uno che dice le cose come stanno?

Quanto è antipatico Calenda (se lo è detto anche da solo, da ultimo a Forlì lo scorso 11 settembre)? Seriamente, diciamocelo (cit. La Russa). Uno che si presenta con quest’aria da sbruffone, da “io ho fatto il ministro, il manager”. E gnè gnè. E quando dice tipo “a Roma ho preso il 20%”. Embè? Insopportabile. Si pone con aria supponente, da superiore. Qualcuno dice che non è mai uscito dai Parioli. E fin qui stiamo considerando solo il carattere! Se consideriamo quello che dice, diventa definitivamente insopportabile.

Nemmeno una promessa che preveda un bell’indebitamento dell’Italia, buttando all’aria decenni di tradizioni elettorali italiane. Ma come si fa? E le pensioni a mille euro di Berlusconi? La flat tax di Salvini? No, niente, questo parla di sanità e istruzione. Ma questo ha mai fatto una campagna elettorale? Non lo sa che i giovani non contano niente, che siamo un paese di vecchi?

Prendiamo il tema energia: Calenda parla sempre dei rigassificatori. E cosa fa?? Va a Piombino! Dove devono farne uno, per incontrare le persone! Ma chi si crede di essere? Ancora l’energia: dice che il programma “sole rinnovabili” della sinistra è infattibile, che ci vuole in nucleare. Ma non lo sa che il nucleare fa paura?? E si permette di dirci che le rinnovabili non bastano?? Vuole davvero ragionare sulle questioni?

E poi vuole fare ‘sti confronti, con tutti: ma non lo sa che per confrontarsi uno deve essere sicuro delle proprie idee? Bisogna saperle difenderle, argomentare… E niente, lui pensa che gli altri politici possano farlo così, come se niente fosse. Ma è nuovo del mestiere? Ha persino proposto di sospendere per un giorno la campagna elettorale per permettere di affrontare i problemi della gente sul caro energia. Cose da pazzi! Un politico che finge di anteporre il benessere degli italiani al tornaconto elettorale? Io sono senza parole. Ma perché non se ne torna ai Parioli?

L’ultima, dico l’ultima. Quanto è antipatico Calenda quando dice che i pericoli fascisti, come quelli
comunisti, sono solo degli specchi per le allodole? Abbiamo vissuto per anni, decenni, con il nemico alle porte, i comunisti e i fascisti, e su queste paure abbiamo costruito il nostro modo di fare politica. Se ora ci leva questi altissimi ideali, l’antifascismo e l’anticomunismo, a noi, cosa rimane? Cosa rimane dei nostri sogni? Ecco, Calenda non sa sognare e non ci fa sognare. Calenda ci costringe a tenere i piedi per terra, ci vincola a fare i conti con la realtà. Quanto è antipatico uno che ha ragione?