“Il 5 novembre ci troveremo alle ore 16 all’Arco della Pace a Milano per esprimere sostegno al Governo e al popolo ucraino, senza riserve e senza ambiguità”. Lo scrive Carlo Calenda, leader di Azione, nella sua newsletter. “L’Ucraina è stata aggredita dalla Russia con lo scopo non solo di cambiarne con la forza il Governo, ma addirittura di cancellare l’identità storica del Paese. Per trovare precedenti di questo tipo bisogna risalire agli anni Trenta del secolo scorso: l’aggressione di Putin non riguarda solo gli Ucraini, ma anche tupertti i popoli che hanno a cuore la loro libertà. Perché è in atto il tentativo esplicito di modificare l’attuale equilibrio geopolitico a favore di un nuovo equilibrio guidato da Paesi non democratici, da democrature o peggio ancora da dittature. In gioco c’è molto altro, c’è il futuro stesso delle democrazie liberali, delle nostre democrazie e delle nostre libertà”, ha aggiunto l’ex ministro.
“Lasciare mano libera a Putin, non sostenendo l’Ucraina con tutti i mezzi possibili, significherebbe infatti avallare la possibilità da parte del più forte di violare ogni regola di convivenza fra i Paesi”, rimarca Carlo Calenda, che aggiunge: “Umiliando l’Ucraina e aprendo così la strada ad ulteriori aggressioni e tragedie ancora più grandi. Condannare l’aggressione di Putin ed esprimere solidarietà all’Ucraina negandogli allo stesso tempo la possibilità di difendersi è pura ipocrisia. Se Putin ferma le armi si può aprire un negoziato, se Zelensky rimane senza armi sparisce l’Ucraina. Solo un forte sostegno politico, economico e anche militare può quindi aprire la strada ad un negoziato serio”.
“Se oggi qualche spiraglio di dialogo comincia ad apparire è solo perché l’Ucraina, oltre al coraggio e alla capacità di sopportare sofferenze inenarrabili del suo popolo, ha potuto ottenere il supporto occidentale indispensabile a rimanere in piedi. Per questo, con la manifestazione del 5 novembre, vogliamo ribadire l’esigenza che l’Italia continui senza incertezze il proprio sostegno all’Ucraina e la necessità di un grande sforzo diplomatico per una soluzione del conflitto basata sul presupposto che non ci può essere pace senza giustizia e libertà”, conclude il leader di Azione.