Sui social Carlo Calenda ha messo in chiaro le sue intenzioni sul campo largo, replicando a distanza al ministro Orlando: non ci sarà alcun governo che vedrà insieme Pd, M5s e Terzo Polo. Sempre su Twitter il leader di Azione ha dichiarato: “Oggi Enrico Letta e Giorgia Meloni ripetono all’unisono ‘mai più larghe intese’. Nessuna delle due coalizioni può governare l’Italia. Sono litigiose e incoerenti ma non importa, la politica è rodeo mica Governo. Noi proponiamo invece una grande pacificazione nazionale”. Lo stesso ha poi aggiunto: “La situazione geopolitica è drammatica, saremo presto in recessione, i tassi si stanno alzando e il costo dell’energia drenerà miliardi dallo Stato, da cittadini e imprese. Occorre deporre lo scontro ideologico, mettere il bene del paese al primo posto e andare avanti con Draghi”.
“Basta litigare su Peppa pig, sul presidenzialismo e sugli allarmi democratici intermittenti. Basta promettere flat tax e diecimila euro ai diciottenni. È il momento della responsabilità non del conflitto”, ha evidenziato sempre Calenda. Il segretario di Azione durante un comizio ha detto poi con convinzione: “Chiunque dica che un voto è inutile sputa sulla democrazia. Il voto è utile quando è utile per governare, nessuna delle coalizioni sarebbe in grado di fare il famoso rigassificatore, noi sì. Io suggerirei alle forze politiche di andare a Piombino per spiegare alla popolazione perché ci vuole un rigassificatore. E siccome è una città ferita, bisogna spiegarlo guardando le persone in faccia e prendendosi qualche fischio”.
Calenda è un uomo pragmatico, è consapevole dell’eredità pesante di Mario Draghi. Secondo quanto riferito da «Il Messaggero» il leader di Azione pensa anche al post voto: si fa sempre più spazio l’ipotesi di un partito unitario Azione-Italia Viva. “Un nuovo polo liberale, riformista e popolare” per unire appunto i «pragmatici». L’obiettivo è andare oltre il ‘cartello’ messo su in vista delle elezioni del 23 settembre. Si tratterebbe di un partito da lanciare in autunno, entro 3-4 settimane dal voto. Come si chiamerà? Troppo presto per dirlo. “Siamo concentrati. Ma non sarà né Azione né Italia Viva. Faremo le cose per bene, a cominciare dal Congresso”, ha spiegato Ettore Rosato. Quel che è certo è un fatto solo: la rotta è tracciata, indietro non si torna.