“Siamo nell’accelerazione della storia. La democrazia è l’unico modo di lottare”. Parole forti quelle pronunciate ieri dal filosofo francese Bernard-Henri Lévy durante la Milanesiana di Elisabetta Sgarbi a Milano. Nel corso del dibattito con il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, il filosofo ha affrontato con sagacia e passione i temi brucianti dell’attualità internazionale.
Lévy ha espresso senza esitazioni la sua fiducia nell’Ucraina e nel suo leader, Volodymyr Zelensky, nel mezzo di un conflitto che il filosofo ha definito come la “frontiera del confronto tra bene e male, che passa attraverso la nostra Europa”. “Zelensky vincerà. Putin, che sta causando una catastrofe, sta diventando pazzo, umiliato da questo piccolo attore che è diventato il più importante politico europeo” ha esclamato Lévy, rispondendo alle domande di Molinari sulla situazione attuale in Ucraina.
Il direttore di Repubblica e il filosofo francese hanno poi discusso le possibili soluzioni per stabilizzare la situazione internazionale, con un occhio particolare rivolto all’Iran e alla Cina. La proposta di un grande accordo con la Cina, rievocando il neocentenario Henry Kissinger e la sua nuova Yalta, non ha convinto Lévy, che invece ha ribadito la necessità di una pace duratura e definitiva. Secondo il filosofo, per conseguire ciò è necessario “sconfiggere totalmente l’esercito russo e cambiare il regime a Mosca”.
Lévy ha anche lanciato un monito sulla Cina, definita come il peggiore nemico delle democrazie oggi, e sull’Iran, attuale alleato più fedele della Russia. Un conflitto che sembra non risparmiare nulla, nemmeno le dighe, come quella di Nova Kakhovka, sul fiume Dnepr, recentemente distrutta dai russi, con conseguenze devastanti per la popolazione locale. “Quando un fascista impazzisce, dobbiamo aspettarci azioni estreme. Sta già avvenendo mentre parliamo” ha affermato Lévy.
Nel quadro delle sfide globali, il filosofo ha sollevato la questione delle autocrazie, delle estreme destre, dei populismi e dei sovranismi. Alla domanda di Molinari su come convincere le persone che sostengono queste ideologie, Lévy ha risposto: “È molto difficile. Sono due visioni del mondo diverse. Ma la democrazia è l’unico modo di lottare contro la deriva della finanza e del capitalismo, contro la devastazione del pianeta, contro i terroristi, contro l’odio. Bisogna dire alla gente di credere nello spazio europeo, nell’Europa. Poi, la gente sceglie”.
Il filosofo ha ribadito che la democrazia è l’unico strumento per contrastare le minacce attuali, riaffermare l’importanza dello spazio europeo e invitare i cittadini a scegliere, consapevolmente, il proprio futuro. Bernard-Henri Lévy, noto per il suo pensiero audace e le sue posizioni nette, ha sollecitato un impegno attivo per rafforzare le istituzioni democratiche e resistere alle forze che minacciano di destabilizzare l’ordine globale.