Arrivano le raccomandazioni delle Ue al Governo italiano. L’Europa, pur nella consapevolezza che il Patto di stabilità continuerà ad essere sospeso, sottolinea che le debolezze storiche del nostro Paese sono sempre lì a minacciarne tenuta e stabilità. L’Italia deve “limitare la crescita della spesa corrente” per una “riduzione credibile e graduale del debito”.
È necessario “espandere gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale” e occorre attuare la legge delega sul fisco “rivedendo le aliquote marginali e allineando i valori catastali ai valori di mercato”. Per la Ue il Pnrr resta la scommessa da vincere per la crescita, per incrementare il Pil almeno di un altro punto percentuale e per realizzare le riforme strutturali nel nostro Paese, ovvero istruzione, mercato del lavoro e trasporti, concorrenza. Eppure proprio sulla legge per la concorrenza il rischio è che i partiti blocchino tutto, come fa la Lega sulle liberalizzazioni.
Dunque riforma fiscale per tagliare Irpef, tasse sul lavoro e cuneo fiscale, riforma del catasto, transizione green. Per Bruxelles bisogna “ampliare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e la sicurezza energetica, e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie più vulnerabili in modo da attutire l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia e contribuire a limitarele pressioni inflazionistiche attraverso misure mirate e temporanee”.
Non solo ombre, non solo problemi storici come il debito troppo alto e la crescita troppo bassa. L’Europa vede anche “progressi” in materia di occupazione, lotta alla povertà, sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel 2021 le misure del governo italiano sono state “in linea” con le precedenti raccomandazioni e le previsioni tra Roma e Bruxelles sembrano combaciare.