Lo dica chiaro, e lo dica prima che il suo governo si insedi. Lo dica, Giorgia Meloni, senza nessun dubbio, senza distinguo, senza imbarazzo verso gli alleati filo putiniani: l’Italia, l’Italia che lei si accinge a governare, resterà a fianco dell’Ucraina fino a che la guerra non sarà finita, e anche dopo. L’italia manterrà le sanzioni alla Russia di Putin, l’Italia continuerà a fornire armi all’Ucraina invasa anche dopo il 31 dicembre. E lo farà nonostante il peloso pacivendolismo di piazza che si prepara a risorgere, nonostante i talk show imbevuti di filo putinismo, nonostante Orban, nonostante Salvini e i suoi legami col Cremlino.
Fino ad oggi la posizione atlantista della Meloni sull’Ucraina è sempre stata chiarissima, lineare. Giorgia sta dalla parte degli oppressi, delle vittime, degli aggrediti. Ma adesso che la piazza finto pacifista – i vari Arci, Acli, M5S e parti del Pd e degli estremisti di destra e sinistra chiedono il cessate il fuoco, ma al prezzo della resa dell’Ucraina a un dittatore che minaccia di usare l’atomica, che annette territori appartenenti ad altri stati, che fa scempio di civili e non vuole saperne di trattare -, attendendo l’insediamento del suo governo (perché? Se si vuole manifestare per la pace perché aspettare?), torna a farsi viva, la Meloni manterrà la barra a dritta?
Per ora il ministro della Difesa uscente Lorenzo Guerini ha firmato – anticipandolo prima a Meloni – il quinto decreto sull’invio di armi all’esercito di Zelensky, che peraltro sta in questo momento avanzando e ricacciando indietro i russi. Ma entro il 31 dicembre, data entro cui presumibilmente il conflitto purtroppo non sarà terminato, l’Italia dovrà di nuovo votare per continuare a sostenere militarmente l’Ucraina, e sebbene Meloni potrà aspettarsi il sostegno di parte del Pd e di Azione, sa bene che insieme all’opposizione a cinque stelle troverà anche quella dell’alleato Salvini. Ma cosa intende fare da qui a fine anno sull’Ucraina e gli armamenti la premier in pectore deve dirlo ora, prima di comporre il governo e giurare. Così che anche lo capisca, forse, anche Salvini.