Ancora litigano sul cadavere del Centrodestra

C’era una volta il Centrodestra. Ecco, appunto: c’era, perché oggi non c’è più, ma i diretti interessati non lo sanno. Meglio: fanno finta di non capire. Il punto, tuttavia, è che lo hanno compreso fin troppo bene gli italiani, arcistufi dei loro teatrini.

La conferenza programmatica di Fratelli d’Italia non ha fatto altro che alimentare le tensioni tra gli alleati, con la Meloni che marcia dritta per la sua strada puntando su Palazzo Chigi, i forzisti che la tacciano di essere arrogante (“si è montata la testa”, mormorano gli azzurri dai piani alti) e Salvini… Ah, sì: Salvini.

Il capo della Lega aveva detto che sarebbe passato per un “saluto”, per poi ripensarci: “Avrei offerto il caffè, ma hanno detto che sarei stato un imbucato, e io non vado da imbucato da nessuna parte, il caffè me lo sono preso da solo, quando avranno voglia ci vedremo…”. C’è poi un Crosetto convinto che tutti siano “invidiosi di Giorgia” e che “faranno qualsiasi cosa pur di non averla a Palazzi Chigi”.

Un casotto, insomma: il centrodestra è profondamente diviso, anche come messaggio e atteggiamento. Tanto che l’idea di una legge elettorale proporzionale che permetta a ciascuno di correre per conto proprio comincia a farsi strada tra molti azzurri. Per ora sono pourparler, ma sicuramente quello che sembrava un tabù fino a qualche settimana fa, oggi non lo è più. Si vedrà anche il risultato della tornata amministrativa, ma dopo un anno e mezzo di governo da separati, tra i partiti del centrodestra la frattura è insanabile.