Almeno 190mila bambini ucraini deportati in Russia, la guerra etnica di Putin continua

Adesso sono loro stessi ad ammettere di deportare bambini innocenti. Sopravvivere o morire.

Maria Lvova-Belova, commissario presidenziale per i diritti dell’infanzia russo, sostiene che sono 190mila i minori arrivati dall’Ucraina in Russia dall’inizio della guerra. Cifre che, secondo gli Stati Uniti, sono al ribasso ma che confermano la gestione criminale del Cremlino e il disprezzo per la dignità umana.

Molti dei piccoli giunti dal Paese invaso provengono dalle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Secondo Kiev, si tratta di veri e propri rapimenti di minori ucraini, costretti a partire verso la Russia pur di non morire. In tanti, raccontano le autorità ucraine, non sanno neppure dove sono diretti al momento della partenza.

I piccoli profughi sono spesso già orfani e affetti da disabilità. Secondo quanto dichiarato da Maria Lvova Belova alla stampa nazionale, i bimbi vengono affidati alle famiglie russe in via temporanea perché è impossibile trovare una sistemazione per tutti loro presso gli orfanotrofi sul suolo nazionale. Il piano, spiega, è che i minori possano avere presto la cittadinanza russa in modo da poterli collocare in maniera definitiva presso le famiglie che stanno chiedendo il loro affidamento. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva accusato Mosca già nel mese di marzo di aver prelevato con la forza i bambini ucraini dal Donbass e da Mariupol. La maggior parte sarebbe stata messa davanti a una scelta: la Russia oppure la morte.

Il Cremlino sostiene che i minori siano stati semplicemente “salvati da zone a rischio” e che le operazioni si sono svolte senza la collaborazione delle autorità ucraine solo perché queste ultime non erano intenzionate a rispettare gli accordi sui corridoi umanitari. Tutto fa pensare che i numeri riguardanti gli arrivi di minori da Donetsk e Luhansk siano al ribasso. Secondo gli Stati Uniti, il 22 marzo scorso Mosca aveva prelevato dal territorio circa 2.300 bambini (le autorità russe sostengono invece che siano 1.200 quelli in arrivo dalla regione).

Secondo Kiev, il Cremlino non sta solo operando deportazioni dall’Ucraina alla Russia, ma sta anche prendendo in ostaggio figli di personaggi di spicco della politica ucraina.
L’ultimo sarebbe il figlio 16enne del governatore di Zaporizhzhia, fermato a un posto di blocco mentre cercava di lasciare il Paese senza il padre. In macchina con lui vi erano due donne e tre bimbi piccoli. L’auto è stata fermata dall’esercito russo e i soldati hanno chiesto i documenti ai passeggeri. Quando hanno capito di trovarsi davanti al figlio del governatore, avrebbero costretto il ragazzino a scendere dalla vettura
. Non è chiaro dove possa trovarsi ora il 16enne: forse è ancora nelle mani dell’esercito russo. Potrebbe essere stato portato a Mosca come ostaggio. Secondo quanto sostengono le forze armate ucraine, i russi rapiscono i figli di politici locali in vista nel tentativo di intimidire le autorità e la popolazione