Adesso anche Tajani fa il grillino: “No alle armi per far guerra alla Russia”

Fino a che a propugnarla erano il pentastellato Conte e il Kapitano Salvini, entrambi filoputiniani un po’ per convinzione è un po’ per comodo (vedi Russiagate), la linea morbida verso la Russia che ha invaso l’Ucraina e che rischia di scatenare la terza guerra mondiale poteva anche avere un senso. O meglio, essere almeno comprensibile dal punto di vista di chi con il Cremlino di Putin ha sempre flirtato.

Ma che certe dichiarazioni le rilasci Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento Europeo, leader europeista di lungo corso, vice presidente del Partito Popolare Europeo ed esponente di spicco di un partito sedicente liberale come Forza Italia è semplicemente inaccettabile. E fa anche un po’ sorridere (per non piangere) che un politico del suo calibro, come un grillino qualsiasi, cada nella tanto stupida quanto inesistente distinzione tra “armi difensive” e “armi offensive” tanto per dimostrare la propria sottomissione al nuovo zar.

“Si devono inviare armi per permettere all’Ucraina di difendersi dall’attacco russo, non sono armi che devono servire a fare la guerra alla Russia. Su questo dobbiamo essere molto chiari perché l’obiettivo finale è raggiungere il cessate il fuoco per la pace. Frae la guerra alla Russia non è nel nostro intendimento e non deve essere neanche quello dell’Italia. Siamo contrari anche alla no fly zone perché scoppierebbe la terza guerra. L’Ucraina ha diritto alla sopravvivenza e quindi è giusto inviare armi che le permettano di difendersi, in questo senso si parla di difesa e non di offesa. I carrarmati se servono per difendersi dall’offensiva russa sì, se servono per sferrare attacchi in Russia assolutamente no”. Così ha parlato il “pentastellato” Tajani. Una dichiarazione che non vuol dire niente, ma che rende solo palese la sudditanza a Putin anche dei berluscones. Una dichiarazione che ha provocato diversi mal di pancia (eufemismo) all’interno del PPE e della UE, dove la linea anti russa è ben marcata, specie dopo le nuove minacce dello zar.

Comprensibili le pressioni di Berlusconi su Tajani per portarlo a prendere una simile posizione, vista l’amicizia che da sempre lega Arcore al Cremlino, ma a tutto c’è un limite. Soprattutto quando di mezzo ci sono migliaia di vite.