Nikole, questo il nome della prima bimba rifugiata ucraina nata in Italia. La piccola è venuta al mondo all’ospedale di Rho, alle porte di Milano. La tenera foto che la vede in braccio alla madre, scappata al nono mese di gravidanza assieme all’altra figlia di 8 anni per non partorire sotto le bombe, sta facendo il giro del web. E, inutile dirlo, sta commuovendo tutti. «È stata brava, ha aspettato la fine del viaggio per nascere», le parole di Julia, che nello scatto stringe forte a sé la sua bambina. Un lieto evento che arriva in un momento difficile per il popolo di Zelensky e che rappresenta una flebile speranza per tutti.
Il 28 febbraio scorso Julia, 29 anni, è arrivata in Italia dopo un itinerario lunghissimo. È partita da Ternopil, in Ucraina. È stata tra le prime donne a lasciare il Paese, a mettersi in viaggio da sola perché spaventata dai raid delle milizie russe. Assieme alla sua primogenita di 8 anni, Julia, con la forza della disperazione, al nono mese di gravidanza, ha raggiunto il confine polacco. Poi ha proseguito il cammino attraversando la Repubblica Ceca e l’Austria, infine Udine, dove ad attenderla c’era la madre Ludmilla, che da quasi vent’anni vive in Italia.
Ricoverata in travaglio presso l’ospedale di Rho, poco dopo la mezzanotte, Julia ha dato così alla luce la sua secondogenita, una bellissima bambina di 3000 gr. Il papà le ha viste in videochiamata e non è riuscito a trattenere l’emozione. L’uomo è rimasto in Ucraina, per difendere il suo Paese dall’avanzata russa. Ora Julia e le bambine sono al sicuro, in Italia, un «posto dove c’è la pace». Ma lei, come è naturale che sia, ci pensa alla sua terra: «Voglio tornare, il mio cuore è là», ha detto la giovane tra le lacrime. E chissà quando potrà riabbracciare il suo compagno, quando lui potrà conoscere la sua bambina.