E mentre nel Movimento cinque stelle continua l’assedio a Luigi Di Maio con scintille ad alta tensione fra il ministro degli Esteri e nientemeno che il presidente della Camera Roberto Fico, finalmente, dopo quasi 4 mesi di guerra, da quelle parti hanno scoperto il vero problema dell’Ucraina.
Come in un famoso film in cui si diceva che il problema di Palermo era il traffico, oggi scopriamo che il vero dramma di Kiev non sono l’invasione russa, i morti civili, le deportazioni, la distruzione di intere città, gli stupri su donne e bambini inermi. No, niente di tutto ciò. Il problema dell’Ucraina è il freddo polare. Sì sì, proprio il freddo.
E se il problema è quello, ci spiegano illustri senatori a cinque stelle, che senso ha mandare carri armati, missili e armi? Quel che serve sono pigiami pesanti. Niente armi, più pigiami! Questa è la brillante trovata di uno di questi senatori, tale Stanislao Di Piazza, che intervenendo sulla tragicommedia che sta animando in questi giorni il movimento e di conseguenza il Governo (sic!) ha partorito questa geniale soluzione. Di Piazza – il genio – oltre ad aver detto che avrebbe votato senza alcun problema una risoluzione nella quale fosse stato inserito lo stop all’invio delle armi agli ucraini, e che il Parlamento deve dare la linea politica che Draghi dovrà solo rendere esecutiva (forse Di Piazza ha un concetto un po’ astratto del termine “Esecutivo”), si arrampica su improbabili specchi quando sostiene che non è vero che il suddetto stop alle armi determinerebbe un disallineamento rispetto alla NATO. No, e quando mai? “Disallineamento – dice l’illustre senatore – è quando si prendono posizioni contro, non quando si prendono posizioni diverse” da quelle richieste dalle alleanze internazionali. “Quindi – continua – se la Nato ci avesse chiesto di inviare carri armati ma noi non lo facessimo, astrattamente si potrebbe configurare un disallineamento (astrattamente eh, mi raccomando!), ma se la Nato dice ‘aiutiamo l’Ucraina’, allora si potrebbero mandare pigiami” Sì, avete capito bene: ha detto proprio così. Sembra una barzelletta invece è la triste realtà. E se il freddo della notte ucraina fosse particolarmente pungente, potremmo aggiungere – come in una televendita – anche un fantastico set di giubbotti antiproiettile, insieme a qualche coperta terminca! Kiev ringrazia!
Ci sarebbe effettivamente da sentire cosa ne possa pensare il presidente ucraino della trovata del senatore grillino, dal momento che dal 24 febbraio si lamenta per l’abbassamento vertiginoso delle temperature (siamo ironici, ovviamente: che altro si vuol fare a fronte di tali scemenze?).
Tornando seri – lo si fa difficilmente – , in un paese normale uno che ha queste convinzioni e queste idee su come difendere l’Ucraina (e le rende pure pubbliche!!!), potrebbe tutt’al più fare il comico o magari diventare un personaggio grottesco interpretato da Maurizio Crozza. Senz’altro farebbe ridere e alleggerirebbe la tensione, ma sarebbe sostanzialmente innocuo. Invece in Italia accade che Di Piazza faccia il senatore della Repubblica: uno che, cioè, dovrebbe rappresentare la nazione nel supremo consesso istituzionale che è il Parlamento italiano, nella fattispecie in Senato, sui cui scranni, tanto per intenderci, sono stati seduti tali Amintore Fanfani, Giorgio La Malfa, Luigi Einaudi. Ieri la creme de a creme della politica italiana, oggi Stanislao Di Piazza, pagato 20 mila euro al mese oltre tutti i benefit rigorosamente a spese della comunità, con le sue geniali idee per la difesa dell’Ucraina.
Non ci resta che piangere e attendere le elezioni del 2023 per vedere se almeno qualcuno di questi illustri pensatori a cinque stelle potrà finalmente far ritorno alla precedente professione (ammesso ne abbiano una) senza far più danni nelle istituzioni della Repubblica.