Se mai i comizi della Meloni non fossero stati sufficienti a chiarire la natura profondamente illiberale di Fratelli d’Italia a dispetto di ogni prova di moderatismo, le dichiarazioni recenti di Federico Sboarina, che rimanda al mittente l’apparentamento con Flavio Tosi in vista del secondo turno per le elezioni amministrative a Verona, tolgono ogni dubbio. Le motivazioni addotte dal candidato veronese lasciano basiti e al contempo chiariscono quale è l’orizzonte politico di Fratelli d’Italia e, sia consentito dirlo, si tratta di un orizzonte preoccupante.
Dice Sboarina: “Ringraziamo Tosi e Forza Italia per l’apertura ufficiale all’apparentamento, così come il presidente Silvio Berlusconi, ma la nostra è una scelta di coerenza, senz’altro coraggiosa, però rispettosa dell’elettorato, e per noi quest’aspetto viene prima di ogni altra cosa”. E aggiunge che “noi il contratto abbiamo deciso di firmarlo direttamente coi veronesi, e non all’interno dei palazzi per mezzo di un apparentamento tecnico che non sarebbe stato apprezzato dai cittadini e avrebbe regalato alla sinistra, per una stranezza della legge, un maggior numero di consiglieri comunali”. Ecco, in poche righe il senso antidemocratico e il rifiuto delle regole da parte di Fratelli d’Italia contrabbandato per coerenza e rispetto dei cittadini.
Alora, caro Sboarina, l’apparentamento non è affatto un meccanismo soltanto tecnico e di sicuro non è un gioco di palazzo. Semplicemente è’ la legge dello Stato Italiano. Fine. La legge elettorale per le elezioni amministrative funziona così: se dopo il primo turno si deve procedere al ballottaggio è del tutto normale e in questo caso doveroso convergere con le liste sconfitte ma provenienti da una analoga area politica. Cioè avviare un sano confronto democratico per discutere di programmi, di convergenze politiche e lavorare per la creazione della migliore squadra di governo della città. Non è nella tecnica che va cercata la ragione dell’apparentamento, ma nella ragion politica e in questo Sboarina dimostra di essere piuttosto scarso.
Scambiare una legge dello Stato per un gioco di palazzo significa rifiutare un sano confronto democratico e contraddire i principi liberali su cui si dovrebbe fondare una destra moderna. Il fatto che tutto ciò venga confuso – con simile disinvoltura – con opachi meccanismi dimostra ancora una volta, la scarsa cultura istituzionale non solo di Sboarina ma del partito che lo ha espresso. Pare proprio insomma che Fratelli d’Italia si trovi molto più a proprio agio con derive illiberali rappresentate da Vox o da Orban.
Il fatto poi che questa tendenziale impostazione autoreferenziale e sostanzialmente antidemocratica venga riverniciata dell’ormai immancabile presunta coerenza oltre a essere ipocrita, sta francamente stancando non poco. Verona – e non solo – merita di meglio!