Dalla padella alla brace, è proprio il caso di dirlo: per la presidenza della commissione Affari Esteri, il Movimento 5 Stelle ha indicato un profilo non molto distante da quello di Vito Petrocelli, il discusso senatore filorusso (quello del tweet con la “Z” putiniana, per intenderci) che Giuseppe Conte, nonostante gli annunci plateali, non ha ancora espulso.
Da qualche giorno, si vociferava che il nome avanzato dai pentastellati potesse essere quello di Gianluca Ferrara, un parlamentare conosciuto anche per aver difeso proprio Petrocelli, almeno per le modalità con cui la commissione sarebbe stata gestita. Adesso, a confermare che il candidato grillino sia quasi sicuramente proprio lui, arriva la dichiarazione della capogruppo Mariolina Castellone che, in relazione al possibile futuro da presidente di Ferrara, ha parlato di una “naturale conseguenza del suo ruolo”. Il senatore campano, del resto, è il capogruppo del M5S nella stessa Affari Esteri, oltre che il vice capogruppo a Palazzo Madama. La votazione, ad ogni modo, avrà luogo a scrutinio segreto.
Nel suo curriculum, Ferrara annovera un discorso tenuto a Mosca, dinanzi ai colleghi russi, nel 2019; mentre rispetto alla guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina, il senatore ha sposato la linea sullo “stop” all’invio di armi dell’ex “avvocato degli italiani”. E spuntano anche suoi vecchi post sui social, risalenti al 2016 e al 2017. Tutti anti-Nato e anti-Usa: “Basta F-35, Basta bombe atomiche e basi militari Usa sul nostro territorio: fuori l’Italia dalla Nato”; “Oggi l’accerchiamento della Nato alla Russia è evidente”; “I presidenti Usa sono tra i peggiori terroristi che il mondo ha ospitato negli ultimi 100 anni”, scriveva Ferrara prima dell’elezione a Palazzo Madama. E poi, non dimentichiamo il suo libro “L’Impero del male” in cui narra dei “crimini nascosti da Truman a Trump.
E oggi, invece, cosa dice? Niente, praticamente: segue le orme del maestro Conte e sospetta un complotto. Anzi no: dice a la Stampa che al complotto contro di lui non “voglio credere” ma, intanto, lo anticipa. “Si è messa in moto una macchina del fango vomitevole, falsa, che non rispecchia la verità. Non sono filoputiniano e querelerò chi lo sostiene”.
La verità è che la volontà di sostituire Petrocelli con Ferrara è l’ennesima prova d’inadeguatezza del Movimento 5 Stelle che, in una fase storica come quella che stiamo attraversando, vorrebbe affidare la presidenza della commissione Affari Esteri ad un senatore le cui idee non sono coerenti con il posizionamento atlantista ed europeista del nostro Paese.