Da quando è iniziata l’aggressione russa all’Ucraina una parte della sinistra italiana è andata in completo cortocircuito ideologico, avvitandosi in tripli salti carpiati dialettici e arrampicandosi in improbabili specchi retorici per giustificare il proprio finto pacifismo.
Nell’editoriale odierno sul Corriere della Sera il sempre ottimo Ernesto Galli della Loggia ne svela tutti i trucchi e ne mette in evidenza tutte le fallacie argomentative. Nell’integrale rovesciamento della realtà, al grido “negate sempre, pure l’evidenza!”, la sinistra italiana come un cinquestelle qualsiasi incolpa di quanto accade in Ucraina non Putin (che sarà pure un pazzo, ma….), bensì la Nato che con la sua fantomatica voglia di espandersi a est, avrebbe di fatto minacciato il capo del Cremlino. E di fronte alle minacce, si sa, ci si difende, meglio se invadendo un paese che della Nato nemmeno fa parte!
L’idea che paesi sovrani, per decenni sotto il giogo sovietico, possano aver liberamente scelto di guardare a Occidente anche dal punto di vista della protezione militare di fronte alle evidenti mire neoimperialiste di Mosca, non sfiora minimamente il pensiero dei pacifisti rosso fuoco. Insomma – come dice Galli della Loggia – Enrico Berlinguer, che del Partito Comunista Italiano era segretario, aveva tutto il diritto di sentirsi al sicuro sotto l’ombrello della Nato, ma tale diritto non può essere esteso ai paesi dell’est Euaoropa evidentemente condannati dalla storia a stare sotto tiranni vari, anche se di nome non fano più Josip ma Vladimir.
Ci spieghino poi i narratori di questa controstoria come gli USA avrebbero obbligato Polonia, Ungheria, Lettonia ecc. ad aderire all’alleanza atlantica, perchè, da oggi, non risultano violenze psicologiche documentate. Che dire poi di Finlandia e Svezia che vogliono aderire alla Nato? Sarà sempre colpa dell’inganno statunitense? Già che ci siamo, pure la Svizzera che dopo 70 anni ha revocato la propria neutralità, sarà stata vittima degli USA. Terribili gli americani! Invece i russi, poveretti e incompresi, da sempre vilipesi nella loro voglia di pace a tutti i costi, come hanno dimostrato ampiamente in Cecenia dove pare si tenessero campi scout (l’ironia ci salverà… forse!). Insomma, siamo di fronte all’inversione colpevole della storia passata, presente e probabilmente anche futura, visti i rischi che corriamo.
Il secondo punto del “Putin è pazzo ma…” e del conseguente pacifismo subitaneo sta nella presunta guerra per procura che gli USA starebbero combattendo contro la Russia, con gli ucraini a fare da carne da macello. Anche qui l’estrema semplificazione di cose complesse – si intende, sempre mascherata da profondità di pensiero che solo la sinistra possiede – risulterebbe comica, se non fosse in realtà assai tragica. L’idea che gli ucraini abbiano una propria volontà, una propria dignità e dei valori da difendere contro la brutale aggressione russa non sfiora neanche la mente di contanti fini intellettuali di matrice sovietica. Le lotte di liberazione evidentemente si sono perse nella memoria storica di parte della sinistra italiana, perché in questa narrazione, gli ucraini sono poco più che fantocci, malleabili, manipolabili dal sempiterno Zio Sam che per soddisfare la sua brama di potere muove guerra “urbi et orbi”. Solita zolfa trita e ritrita che avrebbe frantumato quel che non si può dire. Ma come mai questo stesso parametro non veniva applicato alle guerre asimmetriche durante la guerra fredda? Tipo la Corea, o il Vietnam, o l’Indocina? Allora andava bene che l’URSS combattesse e indebolisse gli USA per conto terzi? Il solito banale e consueto doppiopesismo rigorosamente anti americano.
Infatti – l’inversione della realtà continua – nel caso di specie sarebbe Joe Biden a ostacolare il negoziato di pace (non Putin, attenzione! Biden!). Per i pacifisti di comodo, infatti, l’invio delle armi alla resistenza ucraina impedirebbe il “negoziato ora”. Se si smettesse di armare gli ucraini – dicono -, se si impedisse a Zelensky di mandare a morire tanti innocenti (altro tema caro al pacifismo nostrano), la guerra finirebbe in un baleno. In questa tesi farneticante sta il concentrato del concetto di pace per la sinistra, cioè resa.
Se la comunità internazionale smettesse di fornire armi all’Ucraina, questa scomparirebbe in 2 giorni. Finalmente la guerra finirebbe e chissenefrega se poi la Russia si sentirebbe legittimata a quel punto ad attaccare altri paesi, tipo la Moldavia in Transnistria. Ma – come si chiede anche Galli della Loggia – per quale ragione a quel punto, di fronte a un’Ucraina resa inoffensiva, la Russia dovrebbe sedersi al tavolo della pace? E cosa potrebbe mai pretendere l’Ucraina a quel punto? Insomma che trattativa sarebbe? E, visto che questi fini geopolitici martellano continuamente con il leitmotiv per cui “per favorire la trattativa, anche l’Ucraina deve cedere qualcosa”, che cosa mai dovrebbe cedere se, nel frattempo, avrà perso già tutto? Tutte domande senza risposta, in una analisi – quella della sinistra pacifista – che ancora una volta trascura completamente un dettaglio essenziale: il popolo ucraino proprio non vuole arrendersi all’ingiustizia perpetrata dai russi e ha tutto il diritto di non farlo.
Ecco, molto umilmente, noi continuiamo a consigliare a questi approssimativi intellettuali pacivendoli un po’ di sano Rasoio di Ockham che aiuta quando meno te l’aspetti. A volte, di fronte a problemi complessi, la soluzione più semplice è anche quella più efficace. E rivolgiamo loro un accorato appello: uscite dal complesso di superiorità morale e intellettuale (patente che non avete alcuna legittimazione a vantare, peraltro), cessate di voler essere dotti a tutti i costi e guardate i fatti. La attuale situazione – la guerra – nasce da una aggressione illegittima e unilaterale portata da una parte ai danni di un’altra e dunque la pace deve essere richiesta, anzi imposta
all’aggressore e non all’aggredito.
Ma c’è un problema: Putin non la vuole la pace. Lo sta dicendo in tutte le salse e a tutti gli interlocutori. Quindi tutte le intimazioni a negoziare che questi presunti pacifisti rivolgono a reti unificate sbagliano quantomeno destinatario. Non sono l’Occidente, la Nato o Biden a volere la guerra. Non sono loro i colpevoli. La Grande Madre Russia l’ha provocata, e la Grande Madre Russia la può fermare. Semplice! Se ne facciano una ragione i pacivendoli. La realtà non si cambia. E, nel frattempo, anche l’Ucraina ha tutto il diritto di sperare e combattere per la vittoria che, a scanso di equivoci, come ricorda Galli della Loggia, coinciderebbe con la fine dell’aggressione. E l’Occidente ha tutto il dovere di aiutarla con ogni mezzo necessario.
C’è speranza che a sinistra comprendono concetti tanto semplici? Per ora c’è da dubitarne.