Il sindaco della Capitale Gualtieri ha annunciato che per uscire dalla storica emergenza dei rifiuti, vuole costruire un termovalorizzatore per i rifiuti a Roma.
Si tratta di un impianto per bruciare i rifiuti indifferenziati mentre produce energia, con una capacità di trattamento di 600 mila tonnellate di rifiuti all’anno, e che una volta in funzione, eviterà di utilizzare le discariche per i rifiuti indifferenziati, o la loro esportazione verso altri termovalorizzatori in altre Regioni o all’estero.
L’Austria, la Spagna e il Portogallo sono i paesi destinatari dei maggiori quantitativi di rifiuti solidi urbani. Il Lazio e la Campania sono le regioni che esportano di più i rifiuti con le tariffe rifiuti (TARI) tra le più alte.
Ma non appena è stata annunciata la novità, la politica e il mondo dell’associazionismo si sono divisi. Tra chi considera il termovalorizzatore come un’opera inutile e dannosa che non favorisce le politiche di recupero dei rifiuti (Mov 5S), e chi invece concorda sulla proposta (PD, Lega, FdI, Azione e IV).
Tuttavia, il problema non è solo per la costruzione del nuovo termovalorizzatore di Roma.
Anche l’estensione di una linea di trattamento del termovalorizzatore di San Vittore (già in funzione), vede contrari quindici sindaci del comune del Lazio, nonostante la Regione abbia dato parere favorevole. Nuovi o esistenti che siano, queste infrastrutture non sono storicamente ben accettate da tutti. Lo stesso succede anche con altre infrastrutture energetiche come i rigassificatori o gli impianti per la produzione di energie rinnovabili.
Ma il dubbio è: non faremo lo stesso errore che abbiamo fatto con il gasdotto TAP a ritenere che una infrastruttura non sia necessaria? Il completamento del gasdotto è stato messo a rischio perché durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018, il movimento 5 stelle non ne voleva la realizzazione, salvo poi rivedere la loro posizione una volta al Governo.
Se ciò fosse accaduto, oggi non avremo il TAP con la conseguenza di una maggiore dipendenza dal gas russo. Non solo, recentemente il quotidiano di Confindustria, il Sole 24 ore ha stimato che senza il gas proveniente dal TAP, potremmo pagare un prezzo del gas maggiorato del 10%. Sempre sulle tariffe, il sindaco Gualtieri ha stimato che il termovalorizzatore dovrebbe ridurre la TARI del 20%. È quindi probabile che questo 20% sia da imputare all’extra costo pagato dai romani proprio per esportare i rifiuti e che dunque potrebbe essere eliminato quando Roma non avrà più la necessità di esportare i rifiuti.
Il nuovo termovalorizzatore sarà una infrastruttura a servizio della città e del territorio della Regione Lazio che si aggiungerà ai due esistenti termovalorizzatori di Terni e di San Vittore.
Naturalmente, il termovalorizzatore non potrà essere lo strumento principale della politica dei rifiuti del comune di Roma, ma rappresenterà una valida alternativa alle discariche. Sempre in tema di infrastrutture, il comune dovrebbe prevedere anche un maggior numero di impianti di bio digestione per valorizzare di più la componente organica conferita per produrre biogas e il compost. Anche attraverso l’aumento delle quantità dei rifiuti trasformati, oltre a produrre energia elettrica o termica da fonti energetiche di tipo rinnovabile, si potrebbe contribuire all’abbattimento della TARI dei romani.
Molto rimane da fare sulla raccolta differenziata. La città di Roma si attesta al 43% che è un dato ancora insufficiente rispetto il target del 50%. Obiettivi di riciclaggio che aumenteranno fino al 55% entro il 2025 e del 60% entro il 2030. Su questo, al momento non è chiara la strategia del sindaco Gualtieri su come saranno raggiunti i target e come sarà migliorato il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani in un’ottica di economia circolare. Capita ancora molte volte in tutti i municipi che non si riesce a conferire il rifiuto in modo differenziato, semplicemente perché i cassonetti sono pieni e non vengono svuotati con regolarità. Questo contribuisce non solo a fare meno differenziata, ma anche a sporcare di più la città. E anche dal punto di vista del decoro, Roma non è ancora una città all’altezza delle altre capitali europee.