ucraina

Civili giustiziati e 200 bambini ammazzati, Putin dovrà pagare per la sua brutalità

Come anticipato nei giorni scorsi dal New York Times, l’offensiva russa riprende con la stessa brutalità. Ci sono testimonianze di attacchi russi a Kiev e Leopoli ma è soprattutto nel Sud e nell’Est ucraino che ormai si è perso il conto delle vittime civili. L’affondamento della sua nave ammiraglia Moskva, un’altra umiliazione per il regime russo rende Putin ancora più vendicativo.

Ad oggi le forze armate ucraine contano tra 2.500 e 3.000 caduti, ma i russi avrebbero perso secondo le autorità di Kiev quasi dieci volte di più militari in combattimento. A Kherson, Berdyansk, Mariupol, i civili ucraini continuano a morire. I bambini vittime della guerra sarebbero perlomeno 200, circa 400 quelli feriti. Durante la ritirata russa dall’area di Kiev, secondo la polizia regionale, i russi avrebbero giustiziato più di 900 civili, questi i numeri dei corpi ritrovati e comunicati dalle autorità.

La guerra sta anche distruggendo il Paese, le sue infrastrutture, i trasporti, i porti, i ponti, complicando le operazioni umanitarie e la capacità di muoversi di chi scappa dal conflitto, di chi resiste e combatte. La scelta di affidare la nuova fase della offensiva al “macellaio siriano”, un generale che si è macchiato di crimini di guerra nell’assedio di Aleppo, dimostra che Putin vuole una escalation di brutalità. Il regime russo dovrà pagare caro il prezzo di tutti questi morti.