Sì chiama Rosario Aitala, ha 54 anni ed è docente di diritto internazionale penale alla Luiss.
Sarà lui il magistrato, incaricato dalla Corte penale internazionale dell’Aja, che si occuperà del fascicolo sui crimini di guerra compiuti in Ucraina dai militari russi. Sarà lui a giudicare i crimini di Vladimir Putin. È lui l’incaricato alla Corte penale internazionale dell’Aja di seguire il fascicolo sui crimini di guerra compiuti in Ucraina dai militari russi.
Un passato da funzionario della Polizia di Stati, Aitala è in magistratura dal 1997, in servizio a Milano, Trapani, Roma e anche all’estero. Prima di arrivare all’Aja è stato consigliere per le aree di crisi e la criminalità internazionale del ministero degli Esteri.
Premesso che come per l’ex Jugoslavia è impossibile immaginare un processo ai militari russi se prima non termina la guerra con una vittoria degli ucraini, Aitala è chiamato al difficile compito di accertare le responsabilità delle bombe sull’ospedale pediatrico di Mariupol, delle fosse comuni e dei cadaveri in strada con le mani legate, delle cantine con i corpi martoriati e torturati trovati a Bucha dopo il ritiro delle truppe russe, degli stupri, delle deportazioni, delle violenze contro civili inermi, donne e bambini a Irpin, Hostomel, delle sommarie esecuzioni e del saccheggi, a Chernihiv, Kharkiv e in tutta la regione di Kiev. Al suo esame anche il fascicolo sulle bombe a grappolo e sui razzi piovuti nel Donbass sulla stazione di Kramatorsk sui civili in fuga che hanno provocato una strage.