Un orrore senza fine: oggi peggio di ieri e di ieri l’altro. Domani, è maledettamente prevedibile, peggio di oggi. La testimonianza di Taras Lazer, professore di lingua e letteratura italiana presso la facoltà di filologia della Borys Grinchenko Kyiv University, fa venire la pelle d’oca: “Le madri di Bucha hanno provato a salvare i loro bambini e le loro bambine. Sono andate nella scuola dove si nascondevano e si sono offerte ai soldati russi, ai ceceni, al posto delle ragazzine per salvarle”. Ma non è bastato.
“Purtroppo sono state stuprate le madri e i loro bambini, le loro bambine”. Recatosi a Bucha dopo il ritiro delle truppe russe, il professor Lazer non ha potuto trattenere le lacrime.
”Ho pianto insieme alla gente di Bucha, non riuscivo a capire come fosse possibile tutto questo”, racconta, parlando di ”case distrutte completamente o colpite parzialmente”. Tra queste case anche ”la casa di mia sorella, ho rivisto la sua finestra”, ma ”non ci hanno fatto entrare, i russi hanno minato le strade e le case”. La sorella dell’accademico e sceneggiatore ”è rimasta nascosta nei rifugi a Bucha, ma ora è in Europa”.