Se Cicerone diceva che una pace ingiusta fosse migliore di una guerra giusta, il filosofo americano Paul Woodruff è invece convinto del contrario.
Lo studioso della Grecia antica, noto per le sue opere su Socrate e Platone, ha combattuto in Vietnam e, in quanto veterano, è contrario a tutte le guerre, ma si dice anche anche devoto alla libertà.
“Il popolo dell’Ucraina ha il diritto di difendersi: essere soggiogati dalla Russia avrebbe conseguenza terribili per molti anni a venire. A conti fatti e nel lungo periodo – spiega in un’intervista alla giornalista Viviana Mazza – penso che una pace ingiusta sarebbe peggiore di continuare a difendersi”.
Per Woodruff le radici del conflitto in corso risiedono nel post Guerra Fredda. “La Russia si è sentita maltrattata e vuole recuperare onore, ma non può ottenere i suoi obiettivi con la violenza”. Il filosofo, in estrema sintesi, ritiene che la giustizia debba essere sentita come tale da vincitori e vinti, per andare d’accordo in futuro. “Anni fa, mentre i nostri politici dichiaravano trionfalmente vittoria nella Guerra Fredda eravamo troppo sicuri che ciò che facevamo fosse giusto. Ovviamente abbiamo umiliato la Russia senza riflettere sulle conseguenza di quel trionfalismo”.
Lo studioso, adesso, teme l’evolversi della situazione bellica. Paragona Putin ad Aiace – che nella tragedia di Sofocle impazzisce e uccide quando gli viene preferito Odisseo e avrebbe ucciso chiunque pur di conservare il potere – e spiega: “Putin e i suoi consiglieri combattono per l’onore e il rispetto, dunque non possono permettersi di perdere; mentre gli ucraini sembrano determinati a non lasciarsi soggiogare”. Ritiene che una negoziazione possibile sia lasciare la Crimea a Putin e garantire che la Nato non includerà mai Kiev. “Ma potrebbe non bastare”, di certo, tuttavia, “nemmeno la Terza Guerra Mondiale darà a Putin ciò che vuole”.