Potrà apparire cinico o non politically correct ma la storia dell’umanità, la sua crescita è sempre stata fatta da civiltà che si sono espanse in una logica che oggi definiremmo da superpotenza.
Ma cos’è una superpotenza? Copio e incollo da Wikipedia, l’enciclopedia popolare della rete: “Il termine superpotenza, nel linguaggio storiografico e giornalistico, è stato usato, a partire dalla seconda metà del XX secolo, per indicare uno Stato che, nelle relazioni internazionali, esercita una influenza in grado di condizionare le scelte degli altri Paesi grazie ad una notevole potenza economica, politica e militare e che esercita questa sua forza per orientare a proprio favore le relazioni internazionali stesse.”
Ora la giustificazione dell’invasione militare russa dell’Ucraina, ad ascoltare Orsini e company, nasce proprio dall’idea che la Russia di Putin sia una superpotenza ossia un paese che per la sua forza culturale, economica e militare sia in grado di condizionare altri paesi. Peccato che costoro siano rimasti, concettualmente parlando, all’idea della Russia-Unione Sovietica, il paese modello del comunismo ideale che aveva una spinta rivoluzionaria e rappresentava socialmente, economicamente e politicamente un modello alternativo all’Occidente capitalista.
Sulla potenza militare russa di oggi è la stessa guerra in Ucraina che ci dice quanto sia debole come forza militare. Tutti gli analisti del settore nel mondo concordano sul fatto che la missione militare russa, almeno per come è stata concepita inizialmente, è fallita per l’impreparazione dell’esercito russo e la sua dotazione militare risultato certamente non all’avanguardia. Sul piano economico la Russia è un paese grande 33 volte la Spagna, ha tre volte gli abitanti della Spagna; eppure, ha un Pil pari a quello spagnolo. Il suo sistema manifatturiero è ridicolo, nessuno saprebbe indicare un prodotto made in Russia. La sua economia sta in piedi, barcollando, grazie alle produzioni di molte materie prime la cui gestione però è nelle mani degli oligarchi della corte putiniana, un’economia certamente non dinamica, socialmente parlando, molto legata ai prezzi e al consumo mondiale di quelle materie prime, in sostanza un elefante con i piedi d’argilla.
Delle tre caratteristiche della superpotenza rimane la forza politica, il progetto politico putiniano. La capacità attrattiva di questo progetto politico la si può fotografare con il voto all’Onu sulla mozione di condanna contro l’invasionein Ucraina quando ben 145 paesi hanno votato a favore della condanna e solo cinque contro. Se poi andiamo a vedere chi sono i 5 paesi a favore abbiamo il dato chiaro di quanto questo modello politico putiniano influenzi il mondo: Russia, Bielorussia, Siria, Eritrea e Nord Corea. Sono lontani i tempi in cui l’Urss oltre a mezza Europa influenzava i Paesi del Terzo Mondo.
La storia della Russia superpotenza mondiale è in verità un’idea usata dai putiniani per ben altri obbiettivi, in primis indebolire l’Occidente. L’antipatia se non l’odio verso l’Occidente, i suoi valori, il suo sistema, le sue articolazioni, i suoi valori sono le ruoti motrici che muovono i putiniani intellettuali, giornalisti o opinion makers che oggi giustificano quando non approvano l’invasione in Ucraina della Russia di Putin raccontandoci questa telling history di una superpotenza che ha le sue giuste aspirazioni quando in verità superpotenza non è. E la debolezza dell’Occidente sta proprio nell’aver accettato e tollerato per troppo tempo che questi soggetti lavorassero da dentro alla distruzione del nostro sistema, usando per anni la disinformazione in modo scientifico e muovendo le viscere dei nostri cittadini ed elettori. In Europa e in America lo hanno capito e sono corsi ai ripari, in Italia pare che il nostro sistema mediatico televisivo o non se ne sia accorto o addirittura in parte ne siano anche complici, come ormai viene denunciato da esponenti rilevanti del mondo della cultura e della scienza. Credo sia venuto il momento anche in Italia di lasciare il fioretto per la spada.