Ieri non ero ucraino, oggi lo sono. Ieri quella bandiera cielo e grano mi diceva poco o nulla. Oggi quella bandiera ucraina blu e giallo è anche la mia bandiera. E oggi sono più europeo di ieri. E oggi il coraggioso popolo ucraino ha conquistato con il sangue dei suoi figli il diritto di essere europeo.
E ha conquistato il mio rispetto. Il nostro rispetto. Grazie Putin, anche se ti dovrei maledire. Anche se ti maledico ogni volta che vado a dormire e ogni volta che mi alzo. Grazie perché mi hai fatto capire più di ieri quel che sono e, soprattutto, quel che voglio essere. Voglio essere un uomo libero. E voglio essere un cittadino europeo orgoglioso di una storia millenaria e di un futuro di pace e prosperità. Voglio che i miei figli si sentano europei e che questa tua maledetta folle guerra da infame sia una spinta in più per farceli diventare. Per combattere per questa benedetta Europa che sempre di più è culla di civiltà. Per combattere per una bandiera che oggi sento più mia di quanto non sia mai successo.
Lo ammetto, questi giorni non faccio che piangere. Piango a ogni foto straziante. Piango per le mamme con i bambini che scappano a milioni. Piango per come li stiamo accogliendo, senza una protesta, a braccia aperte. Perché così fa l’Europa. Perché così si fa. E piango per l’eroismo di chi combatte per la propria patria, per la nostra patria, per l’Ucraina, per l’Europa. Piango per il sindaco di Konotop che ha parlato ai suoi cittadini spiegando che i russi avevano minacciato di radere al suolo il paese ma che lui voleva combattere lo stesso. Piango per i cittadini che all’unanimità gli hanno risposto: combattiamo tutti insieme contro gli invasori! Piango per chi scappa salvando anche il proprio cane o il proprio gatto. Ho visto una foto di un uomo a Kiev che scappava di cosa anche con il suo pesce in un piccolo acquario. E ho capito: esistono gli uomini buoni, esistono gli uomini che pensano, che credono che la vita sia sacra. E ho capito però che esistono anche gli uomini cattivi. Esistono uomini che fanno piangere tanti altri uomini.
Ribatte in me il cuore di ragazzino di destra che a 13 anni divorò in una settimana “Il Signore degli Anelli”. Notte e giorno, senza dormire, senza mangiare. Oggi ho capito, ho capito sul serio: Sauron esiste davvero. Il male esiste. Per Tolkien era Hitler. Per noi, oggi, è Putin. E la nostra Europa è, deve essere, non può che essere, la Compagnia dell’Anello, fratelli in armi che difendono il mondo libero, al di là delle differenza, delle divergenze, degli interessi. Perché la Patria non è solo una questione di sangue. È una questione di scelta. Sono arrivato a 57 anni con la stupida certezza che la guerra fosse ormai una cosa da videogiochi dei miei figli e mi sono risvegliato con la fottutissima voglia di imbracciare un fucile e venire a combattere per un popolo che fino a ieri era gente lontana. E di morirci anche, in Ucraina. Sì, ho pianto ascoltando un signore in televisione che raccoglieva generi alimentari per un popolo che combatte per la libertà. Lo hanno intervistato. E lui ha detto, tra le lacrime: “Ormai sono vecchio ma questo è il minimo che posso fare. Perché se fosse utile potrei anche andare a combattere: morirei per una giusta causa”. Lui piangeva in televisione e io piangevo insieme a lui. Perché ha detto quello che io provavo da giorni: voglia di combattere.
E io so, so benissimo, che l’Europa non può intervenire come sarebbe giusto perché dobbiamo evitare in tutti i modi che la guerra diventi mondiale. E nucleare. Lo so benissimo che dobbiamo limitarci il più possibile. Però lasciatemi il diritto alla rabbia contro quelli che dicono che è giusto non intervenire, che è giusto fregarsene del popolo ucraino, di quella bandiera cielo e oro che sta bruciando sotto gli occhi del mondo. Lasciatemi il diritto alla rabbia contro chi nasconde il proprio opportunismo bottegaio dietro un sottilissimo velo di moderatismo diplomatico. Sono quelli che “bisogna capire le ragioni” di un assassino invasore, quelli che “attenti ai nostri interessi”, quelli che “però il gas”… Ecco, sai che vi dico? Io per la libertà di un popolo che ha scelto di essere nostro fratello, al gas di Putin ci rinuncio anche subito. Piuttosto non riscaldo casa. È comunque niente rispetto a vedersela distrutta da un missile russo.